Giulianova. Ieri sera è venuto a mancare Marco. La ratio giornalistica lascia il passo alle emozioni, chi scrive ha avuto l’incalcolabile onore di conoscere Marco da, praticamente, tutta la vita. Di conoscere Grazia, Chiara, Ermanno e Daniele, la splendida famiglia formata dal Maestro che oggi, sembra impossibile, non c’è più.
Marco Ettorre era un uomo amatissimo, senza retorica, chiunque stesse leggendo queste parole deve sapere, deve comprendere il vuoto umano e sportivo che lascia. Un’intera città, un’intera regione, stropiccia gli occhi incredula “Non so come dirtelo, io pensavo che il Maestro fosse immortale…” uno dei commenti dei tanti atleti, colleghi ed amici. Ed è così.
Famiglia, Atletica e Lettura le sue grandi passioni. Leggere… quanti libri, albi, giornali ho visto leggere da parte di Marco, quanto stupido possa essere il cliché sportivo=ignorante il maestro lo dimostrava giornalmente… con il sorriso, con un carattere meraviglioso e coinvolgente, la battuta pronta mai fuori tono, mai accentata, sempre sottile, intelligente. La parola “buono” può ancora avere un significato oggi? Marco era…buono, nell’accezione più pura del termine ed ha fatto del bene ed incoraggiato generazioni di ragazzi, poi diventati uomini, che ancora oggi gli riconoscono una caratura , una necessari età raramente riscontrabile in un essere umano.
Solitamente in questi articoli vengono spiegate dinamiche, vengono esplicati i fatti, le famose 5W… Queste sono invece solo alcune parole, delle migliaia e migliaia che potrei scrivere, su di una persona la cui perdita è assordante, la cui mancanza sarà totale, il cui ricordo sarà indelebilmente scolpito in tutte le anime di chi lo ha conosciuto. Di chi ha conosciuto Il Maestro.
Domani presso la chiesa di San Pietro, in viale Orsini a Giulianova ore 15:30 vi sarà la cerimonia.
Domani non salutiamo nessuno, il Maestro rimarrà dentro tutti noi, e racconteremo ai nostri figli ed ai nostri nipoti di quanto siano state importanti alcune persone, di cosa ci hanno insegnato , lasciato in eredità, e proveremo a nostra volta a comunicarle, a diffonderle ed a farle definitivamente nostre. Che il suo interesse per il bene delle nuove generazioni sia comune, che la sua forza e la sua perseveranza siano di tutti, che lo sport venga visto come aggregazione e come crescita personale prima dei risultati… che si viva un po’ di più con il sorriso, che si pensi un po’ più a ciò che ci circonda e non sempre e solo a noi stessi.
Ciao grande Uomo, non so dove ma da qualche parte ci rivedremo, e ricomincerai subito a sfottermi ed io riderò di gusto.
Adesso, però, in lacrime, ti abbraccio. Ti abbracciamo tutti.
Ivan Cesare Caponi