Teramo. Assolti perché il fatto non sussiste. Si è concluso così ieri il processo che vedeva imputati Elia Ciarrocchi e Renato Carlo Di Fortunato per usura. Il collegio, formato dal presidente Flavio Conciatori, con Enrico Pompei e Franco Tetto a latere, ha deciso di assolvere i due imprenditori teramani dall’accusa di aver prestato presunte somme di denaro ad altri imprenditori, applicando poi tassi di interesse, secondo la ricostruzione della Procura, che andavano dal 101% al 900%.
Il sostituto procuratore Stefano Giovagnoni, titolare dell’inchiesta, aveva chiesto una condanna a 5 anni e 6 mesi per Ciarrocchi, e a due anni per Di Fortunato. Alla requisitoria, ha «risposto» ieri l’avvocato Guglielmo Marconi.
La Procura di Teramo contestava a Ciarrocchi sette prestiti con tassi d’interesse da usura ed uno a Di Fortunato. Tra le presunte vittime ascoltate come testimoni durante la fase dibattimentale del processo, anche il noto imprenditore teramano Berardo Di Battista.