Teramo, il Comitato Piazza Dante tira le somme del parcheggio sotterraneo

piazza-danteTeramo. “A chi giova tutto questo?” è l’appello del Comitato Piazza Dante, sorto a seguito dei numerosi interventi volti alla realizzazione del parcheggio sotterraneo nell’omonima piazza teramana, che sarà inaugurato il prossimo sabato dopo mesi di attesa.

Da sempre contrario al progetto, il Comitato ha sollevato fin dall’inizio i problemi tecnici, economici e politici che la costruzione del parcheggio avrebbe creato, suggerendo, tra l’altro, un’alternativa valida e non invasiva.

Si tratta di una scelta sconsiderata” fanno sapere i suoi membri a riguardo, “basata sulle consuete logiche di appartenenza ad una delle sue componenti politiche più determinate e non su necessarie e mancate scelte di carattere urbanistico. Sono le logiche che spinsero la seconda amministrazione Sperandio a varare questo dannoso progetto, le cui conseguenze saranno per sempre pagate dai cittadini teramani”.

A queste, secondo il Comitato, avrebbe fatto poi seguito la strategia del “fare a prescindere  dal numero di vittime che ci si lascia intorno”, che avrebbe scansato quella più sensata del “fare se ciò che si fa è utile” e spinto l’amministrazione Chiodi, che pur era nella condizione di ripensare al progetto, ad accettarlo ugualmente.

“La nostra voce è sempre rimasta inascoltata” sottolinea ancora il Comitato. E così, a circa due anni dall’inizio dei lavori e dalla chiusura della piazza, esso torna a far sentire la sua voce prima dell’inaugurazione ufficiale. Una cerimonia che, a detta dei suoi membri, nasconderebbe una zona in totale abbandono e che recherebbe ferite incurabili.

“La lavanderia all’angolo di via Carducci” elencano a questo proposito, “il negozio di calzature a fianco dell’esercizio Della Noce, la camiceria in via Rosati, il fruttivendolo all’angolo via Carducci-via dei Cappuccini, il negozio “di cioccolata” su via Carducci, il fioraio di via Brigiotti, il bar in via Rosati sono le vittime evidenti dello scempio effettuato”.

Si tratta di attività commerciali che, a causa dei numerosi interventi che impedivano il naturale accesso alla piazza e alle vie circostanti, sono state pian piano dimenticate fino a dover chiudere definitivamente.

“La piazza, inoltre” continua, poi, il Comitato, “è irrimediabilmente segnata da griglie (spesso a rilievo del piano stradale), da ingombranti e spaventosi volumi tecnici, da una congerie di scale, feritoie, rampe. L’ultimo atto è rappresentato dalle rampe di accesso al parcheggio che, contrariamente a quanto previsto,  ingombrano e chiudono l’unico vero ingresso a piazza Dante a fianco della Chiesa dei Cappuccini”.

Ed allora il bilancio sarebbe davvero drammatico, soprattutto se si tiene conto che a questi disagi sarebbero da aggiungere alcuni problemi “tecnici” dell’opera. Secondo il Comitato, infatti, mancherebbe il collaudo statico della struttura. Ciononostante, si è in procinto di utilizzare ugualmente un parcheggio la cui rispondenza statica alle leggi vigenti ancora non è stata accertata. Inoltre, il traffico avverrebbe sul tetto del parcheggio interrato a 2 piani e sotto il piano stradale ci sarebbe un vuoto di vari metri. L’impatto dell’opera sul traffico cittadino, anche a causa delle inopportune varianti, sarebbe quindi incerto e preoccupante.

Pertanto, “a chi giova tutto questo”? Il Comitato è convinto che i teramani abbiano chiaro il quadro strategico che avrebbe mosso il progetto in questione. “Ai cittadini di Teramo” conclude, pertanto “diciamo che quando serve occorre gridare a gran voce gli scempi in atto in città, anche se questo disturba qualche amico che, ricordiamo solo “pro tempore”, occupa qualche carica amministrativa e politica”.

Tania Di Simone

 

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