Chiusa circa 40 anni fa, la discarica ancora oggi rappresenta una bomba ecologica. Non tanto per il rischio di sversamento del percolato (i liquidi prodotti dai rifiuti organici si sono esauriti già da alcuni lustri) quanto per la presenza di materiale di plastica che richiede centinaia, se non addirittura migliaia di anni per essere “digerito” dal sottosuolo.
Un anno fa, dopo la piena di dicembre 2013, l’argine sud del fiume Tordino, all’altezza del vecchio impianto di smaltimento, venne ricoperto con della ghiaia. Ma le piogge di una settimana fa e di queste ultime ore hanno fatto in modo che il fiume tornasse ad erodere gli argini della discarica. Il Tordino ha nuovamente fagocitato una parte dei rifiuti che sta scaricando in mare.
La mareggiata da Grecale ha già iniziato a riversare sulle spiagge i materiali trasportati dal fiume. Rispetto a due anni fa la situazione è meno grave. Resta però il fatto che, nonostante i gridi d’allarme lanciati dagli ambientalisti, dai pescatori e dalla gente del posto, non si è ancora provveduto a mettere in sicurezza la discarica di Coste Lanciano.
Il Genio Civile di Teramo aveva azzardato tre soluzioni e quella più probabile, avallata anche dall’assessore ai lavori pubblici del Comune di Roseto Fabrizio Fornaciari, era il posizionamento di massi ciclopici per la ricostruzione dell’argine, evitando di conseguenza che il Tordino, in caso di piena, potesse nuovamente erodere il vecchio impianto di smaltimento dei rifiuti.
Ma ad oggi nulla è stato fatto e la discarica è ancora lì, a riversare rifiuti ad ogni piena del fiume causando anche un danno economico per le casse del Comune di Roseto visto che poi bisognerà pagare il servizio di pulizia dell’arenile. Lavori che peraltro dovranno essere eseguiti prima di Pasqua, quando arriveranno i primi turisti. Il problema è stato sollevato recentemente anche da varie associazioni ambientaliste. Ma la questione non è stata ancora risolta.