Combattere le cause che provocano il dissesto idrogeologico. E’ questo l’invito che il WWF rivolge agli amministratori teramani affinché si adoperino per mettere in atto sia delle soluzioni immediate ma anche un piano di più ampio respiro su tutto il bacino del fiume Vomano che, nel rispetto dell’ecosistema fluviale, possa incidere sulle cause che hanno determinato l’attuale situazione.
Nel prendere atto dei finanziamenti ministeriali, con un investimento importante di 3 milioni e 600mila euro in arrivo dal “Piano straordinario diretto a rimuovere situazioni ad alto rischio idrogeologico”, l’associazione però interviene sulla modalità di intervento proposta che andrebbe a “rattoppare” il problema piuttosto che risolverlo alla radice. Il progetto, infatti, prevede la costruzione di nuove opere di “arginatura” che dovrebbero mettere in sicurezza le aree abitative ed industriali sorte lungo il fiume che hanno causato il progressivo restringimento degli alvei. Inoltre si parla anche di costruire canali ed ulteriori opere che dovrebbero salvaguardare dal rischio erosione i manufatti realizzati sempre lungo il fiume.
“Pur ritenendo opportuno intervenire in zone dove possibili ondate di piena potrebbero causare pericolose ripercussioni sugli abitati limitrofi”, scrive in una nota il WWF, “va sottolineato che si continua a commettere l’errore di ragionare per brevi tratti dei corsi d’acqua, invece di lavorare su tutto il bacino. Ma soprattutto non si fa nulla per fermare le cause di esondazioni ed erosione ed anzi si continuano ad autorizzare opere che, in dispregio delle leggi di tutela (vedi Legge Galasso e continui aggiramenti delle indicazioni del PAI), sorgono ancora oggi lungo i fiumi”.
L’associazione ricorda, poi, come il problema dell’erosione derivi in particolar modo dall’aver sottratto per anni materiale solido dal fondo dei fiumi e dai rilasci dalle centrali Enel di enormi quantità di acqua tutte concentrate in determinati momenti. Senza dimenticare che l’intenzione di intervenire sulla foce del Vomano potrebbe mettere a rischio questa oasi naturale, fondamentale per la biologia di molte specie migratorie che risiedono attualmente sul bosco in destra idrografica con una colonia di cormorani ed aironi cenerino di oltre 150 animali.
Per il WWF, dunque, è necessario cambiare strategia per iniziare ad attuare in maniera concreta una reale politica di recupero dei corsi teramani.