Il 32enne di origini calabresi e domiciliato in Pescara, condannato ad espiare la pena di 11 anni e 4 mesi di reclusione poiché riconosciuto colpevole dei reati di concorso in tentato omicidio continuato aggravato dalle modalità mafiose e concorso in detenzione e porto abusivo di armi comuni da sparo commessi in Vibo Valentia nel febbraio 2012.
Nello specifico, il giovane, destinatario nel marzo del 2013 di una misura cautelare scaturita da mirate indagini coordinate dalla D.D.A. di Catanzaro e condotte dal Nucleo Investigativo di Vibo Valentia – nel cui ambito furono tratti in arresto diversi soggetti per i medesimi reati in quanto ritenuti responsabili del tentato omicidio perpetrato ai danni di un 48enne del luogo – in una prima fase si rese irreperibile e, solo dopo incessanti ricerche, nel novembre 2014 fu scovato in un casolare sito in una Contrada del comune di Spilinga (VV) e tratto in arresto dai carabinieri e dalla squadra Mobile di Vibo Valentia.
Lo stesso, che era agli arresti domiciliari nel comune di Pescara a seguito di decisione del Tribunale del Riesame, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto poi tradotto presso la locale Casa Circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.