Tenta la fuga dal carcere: resta bloccato nei cavi

Un detenuto del carcere di Pescara ha tentato la fuga, ma è stato riacciuffato quasi subito perché non è riuscito a superare il muro di cinta dove sono poste le canalette di plastica che coprono i cavi elettrici.

Non tutte le fughe possono essere pianificate come in Fuga da Alcatraz con Clint Eastwood, a volte i detenuti agiscono di impulso facendo scegliere al caso e alla fortuna l’esito finale. E la realtà non è un film, forse avrebbe dovuto ricordarlo il detenuto che il 27 marzo ha tentato la fuga dal carcere di Pescara.

detenuto cerca di evadere
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Il suo tentativo si è fermato su un muro di cinta che l’uomo non è riuscito a scavalcare a causa delle canalette di plastica che ricoprono i cavi elettrici che gli hanno fatto da impedimento. I poliziotti del penitenziario lo hanno fermato e riportato in cella, con suo grande rammarico.

Goffa tentata fuga dal carcere di Pescara

La fuga tentata da un detenuto rumeno di 26 anni dal carcere di Pescara è stata alquanto goffa, ma il problema delle evasioni è da prendere seriamente, a maggior ragione se si considera che questi eventi spesso e volentieri sono causati da carenze di personale e sovraffollamento, a dirlo è Gino Ciampa, coordinatore regionale per la Fp Cgil Polizia Penitenziaria dell’Abruzzo.

detenuto in carcere
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Ciampa ha in primo luogo descritto l’accaduto: “Un detenuto di nazionalità rumena di 26 anni è riuscito a uscire dal padiglione Reclusione dove era assegnato e ha cercato di dirigersi verso il muro di cinta, ma è stato bloccato dai poliziotti penitenziari accorsi dopo l’allarme lanciato via radio“.

Ha poi continuato: “Il detenuto, dopo una breve fuga con lo scavalcamento di una tettoia, si è ritrovato sotto al muro di cinta e ha provato ad arrampicarsi tramite le canalette di plastica che coprono i cavi elettrici lungo il muro di cinta che, per sua sfortuna non hanno retto il peso e si sono staccate, permettendo al personale di polizia penitenziaria, di raggiungerlo e rimetterlo in sicurezza“.

Si tratta dell’ennesimo tentativo di evasione sventato dal personale che, nonostante sia in numero ridotto, è riuscito ad evitare il peggio. Sovraffollamento e carenza di personale sono i problemi che le carceri italiane devono affrontare ogni giorno: “Il carcere di Pescara ha in servizio il 30% dei poliziotti in meno rispetto a quelli previsti e con un sovraffollamento del 140%. Una condizione di oggettiva difficoltà in cui il personale di polizia penitenziaria è costretto a lavorare ogni giorno tra aggressioni, proteste e tentativi di evasione“.

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