Penne. Spari nella notte a due passi dalla città e ancora più vicino al Sentiero Serafino Razzi, ripristinato nel 2018, che collega il centro storico con la Riserva naturale regionale e Oasi WWF “Lago di Penne”. A raccontarlo è proprio la Riserva che ha segnalato il fatto al Prefetto di Pescara Gerardina Basilicata e al Sindaco di Penne Mario Semproni dopo che le cooperative che operano nel territorio e i residenti lo hanno ben notato.
“Il sentiero con soli due km lungo il Fosso della Sardella conduce numerosi visitatori, sportivi, escursionisti e ciclisti nella zona della Pinetina dove si sviluppano, ad anello, dieci km di percorsi attorno al lago ed è, soprattutto in questo periodo di grande caldo, frequentato anche di notte. Spesso pure i bambini ospiti del CEA “A. Bellini” per i campi estivi del WWF (organizzati dalla cooperativa Samara) frequentano nottetempo i sentieri della riserva (ovviamente anche il Serafino Razzi) per ascoltare usignoli e fare esperienze sensoriali al buio. Questo da anni, senza alcun problema. In questi giorni invece sono in atto battute selettive notturne al cinghiale nella zona del Carmine e lungo il sentiero Serafino Razzi, battute in deroga alle leggi ordinarie sulla caccia che sembra siano state autorizzate dalla Prefettura di Pescara”.
“Nel testo si ricorda che la Riserva si occupa del monitoraggio della popolazione di cinghiali dal 2012; ebbene negli ultimi due anni si è registrato un calo dovuto soprattutto alla nevicata eccezionale del 2017, con la terribile valanga su Rigopiano, che ha decimato i piccoli e i giovani e alla presenza sempre più frequente del lupo: circa il 70% delle prede di questo carnivoro è rappresentato infatti proprio dai cinghiali. La caccia al di fuori dei periodi consentiti e più che mai di notte rappresenta dunque una inutile fonte di pericolo senza apportare alcun serio contributo al contenimento dei cinghiali che, se davvero necessario, potrebbe essere garantito con altri metodi: l’attivazione di recinti di cattura all’interno della Riserva ha consentito ad esempio il prelievo di 23 esemplari su 31 catturati, in un solo giorno di sperimentazione (8 giugno 2019). È invece ben noto che la sola pressione venatoria comporta risultati di segno opposto a quelli attesi: studi compiuti in tutta Europa dimostrano che la caccia destruttura i branchi causando un aumento dei danni alle colture e, colpendo le femmine adulte, accelera la maturazione delle giovani, con crescita numerica dei capi”.
“Un danno più che un vantaggio, ma ciò nonostante – aggiunge il delegato regionale del WWF Abruzzo Luciano Di Tizio – una politica miope continua a guardare ai fucili come unica soluzione rincorrendo il consenso elettorale di poche centinaia di cacciatori a dispetto del rispetto della legge e del buonsenso e degli interessi della stragrande maggioranza dei cittadini. Quando poi, come nel caso di Penne e degli assurdi spari notturni, si arriva a mettere a rischio anche inermi cittadini, davvero si supera ogni limite”