Rigopiano: le tele salvate nel crollo devono tornare a casa. La proposta di un Maresciallo dei Carabinieri

Le tele salvate dal crollo dell’hotel a Rigopiano devono tornare a casa ed essere donate a un ente o a un museo che possa valorizzarle. Questa è la proposta di un maresciallo dei carabinieri in pensione.

Sono passati ormai sette anni dalla tragedia di Rigopiano. Era il 18 gennaio 2017 quando una slavina distaccatasi da una cresta montuosa investì l’albergo Rigopiano-Gran Sasso Resort, provocando 29 vittime. Si tratta della valanga ad aver provocato il maggior numero di vittime sull’Appennino.

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Nel febbraio del 2023 la sentenza di primo grado assolse 25 imputati su 30 lasciando molto amaro in bocca ai parenti delle vittime. In quella tragedia, oltre alle vittime ci furono, ovviamente, danni a cose anche di un certo valore, come ad esempio i quadri che impreziosivano gli ambienti della struttura. Quelle tele sono state vendute all’asta, ma un maresciallo dei carabinieri ha avuto un’idea alternativa.

I quadri vanno riportati a casa

La proposta è di Silvio Piscioneri, un maresciallo dei carabinieri in pensione originario del Lazio che ha prestato servizio in Sardegna. Attualmente, l’ex membro delle forze dell’ordine risiede proprio sull’isola dove ha fondato l’associazione “Io povero” che ha come obiettivo quello di fornire aiuti di vario genere a bambini in forte disagio economico.

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Piscioneri ha preso a cuore la questione delle tele salvate a Rigopiano a seguito della valanga che investì il resort dove persero la vita 29 persone. Quei quadri sono stati venduti all’asta, ma Piscioneri non è d’accordo ritenendo che le tele siano di Rigopiano e debbano tornare a casa. La sua proposta è quella di riportarle a casa e donarle a un ente o a un museo che sappia valorizzarle per fare da monito alle generazioni del futuro.

I quadri devono diventare un simbolo tangibile di quella tragedia, a cui i posteri dovranno guardare per non dimenticare ciò che è successo. “Che siano di monito per le generazioni future”, queste le sue parole, da persona appassionata d’arte che vorrebbe vedere quelle tele esposte in Abruzzo. Piscioneri ha così lanciato un appello alle istituzioni abruzzesi affinché la sua proposta venga accolta.

Il monito alle generazioni future non è solo quello di non dimenticare, ma anche di evitare che cose del genere possano di nuovo accadere per incuria ed errori umani. Infatti, uno studio ha evidenziato che nel 1999 l’albergo sorgeva in una zona a rischio, ma nonostante ciò i lavori di ristrutturazione furono effettuati ugualmente. Inoltre, l’edificio stesso pare fosse stato costruito sui detriti di una precedente valanga avvenuta nel 1936.

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