Sono trascorsi ormai più di sette anni dalla tragedia dell’hotel e il terzo grado di giudizio non lascia praticamente dubbi: ecco i dettagli
Era il 18 gennaio 2017 quanto l’intero Abruzzo veniva sconvolto dalla tragedia di Rigopiano. Una valanga travolgeva l’hotel provocando la morte di 29 persone e il ferimento di undici ospiti. Un dramma che in questi sette anni ha visto i familiari chiedere giustizia. Per loro le vite delle mogli, dei mariti, dei figli e degli amici potevano essere salvate se si prestava maggiore attenzione e da qui una lunga battaglia che ha visto il primo risultato lo scorso 3 dicembre.
La Cassazione, infatti, ha disposto un appello bis per dieci imputati. Una decisione che ha completamente ribaltato le precedenti sentenze e dato speranza ai familiari e gli amici di quelle 29 vittime di avere giustizia. Loro sono sempre andati avanti con l’obiettivo di arrivare a delle pene giuste per chi ha gestito il tutto con superficialità. Ora si attende il nuovo processo, ma, intanto, le motivazioni della Cassazione confermano che la tragedia poteva essere evitata.
Le motivazioni della Cassazione
La sentenza del 3 dicembre, come detto in precedenza, ha rappresentato una prima svolta in questa vicenda. Per la Corte Suprema la tragedia poteva essere evitata e a confermarlo sono anche le motivazioni scritte dai giudici per spiegare la propria decisione di fare un processo bis ad alcuni dei soggetti finiti sotto indagine.
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Come riportato da Il Giornale, la Cassazione nelle sue motivazioni ha precisato che “se la strada che portava all’hotel Rigopiano fosse stata liberata la mattina del 18 gennaio, non ci sarebbero state vittime e feriti“. Infatti, come precisato più volte anche dagli stessi sopravvissuti, gli ospiti della struttura avevano provato ad abbandonare l’albergo per scendere a valle, ma il tratto era completamente bloccato dalla neve.
Nella sentenza viene anche precisato come “l’assicurazione della viabilità della strada è fondamentale per la tutela dell’incolumità delle persone“. Insomma, i giudici del terzo grado di giudizio evidenziano errori e superficialità nel gestire una situazione d’emergenza molto grave. Ora la palla passa nuovamente alla Corte d’Appello. Un processo nel quale i familiari e gli amici delle vittime sperano di poter arrivare in modo definitivo alla verità e mettersi alle spalle un periodo terribile della propria vita. Anche se il dolore per la perdita di queste persone resterà per sempre nella loro vita.
