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Processo Rigopiano, la sentenza nel pomeriggio: parenti e superstiti attendono giustizia da 6 anni

Pescara. Dopo oltre 6 anni, arriverà oggi pomeriggio la sentenza di primo grado al processo per la tragedia dell’Hotel Rigopiano.

E’ atteso per le 17:00 il pronunciamento del Gip Gianluca Sarandrea, mentre questa mattina si terranno le ultime controrepliche da parte delle difese, per poi chiudersi la camera di consiglio.

Tutti presenti i parenti delle vittime ed anche diversi superstiti. Un grande striscione è stato adagiato sul pavimento all’ingresso del Tribunale di Pescara nel ricordo delle 29 vittime, mentre le prime 2 file di sedie dedicate al pubblico in aula sono state “occupate” da altrettante magliette con le stampe delle foto delle vittime.

Per 26 dei 30 imputati – politici, funzionari, dirigenti prefettizi e gestori dell’Hotel -, sono richieste pene complessive per 150 anni di reclusione, con capi d’accusa per disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni plurime colpose, falso, depistaggio ed abuso edilizio. Per 4, invece, la Procura ha chiesto l’assoluzione.

Ventinove le vittime, e per chi le piange da 6 anni oggi è il giorno in cui si spera nella giustizia. Si tratta dei tanti parenti e degli 11 superstiti. Ad accomunare entrambe le parti è Giampaolo Matrone, pasticcere di Monterodondo estratto dalla macerie dopo 60 ore ma che ha perso a causa della valanga la moglie Valentina Cicioni e ha riportato gravi traumi agli arti. “Oggi è un giorno felice perché dopo tanta attesa sapremo la verità, confidiamo nella giustizia coscienti di aver fatto tutto quello che dovevamo fare “, ha detto stamattina dal tribunale di Pescara.

Alessandro Di Michelangelo, fratello della vittima Domenico di Michelangelo ha
confermato la fiducia nelle istituzioni dicendo: “Ci aspettiamo un atto di responsabilità ed
una condanna in nome della Costituzione Italiana con la speranza che nessun altro si trovi in futuro nella nostra situazione “.

Riuscì a schivare per puro caso la valanga e a lanciare l’allarme Giampiero
Parete, il cuoco di Silvi che quel giorno lanciò i primi SOS senza essere creduto. Grazie al suo allarme furono salvate anche la moglie Adriana e i due figli: “Da allora non andiamo più in montagna e sulla neve, è rimasto un segno”.

Il primo ad essere individuato dai soccorritori fu Fabio Salzetta manutentore di Penne dell’Hotel Rigopiano, che rimase invano ad aspettare il salvataggio della sorella Fu il primo ad essere individuato dai soccorritori e, nonostante lo shock e il
freddo, rimase lì, per cinque interminabili giorni, per aiutare nelle ricerche, perché
conosceva alla perfezione quel posto e, soprattutto, perché sotto le macerie c’era sua sorella Linda.

Oggi ha invece 14 anni e si è trasferito da Loreto Aprutino a Torino Edoardo Di Carlo, uno dei bimbi estratti vivi dalle macerie: aveva soli 6 anni quando ha perso
anni, perse il padre Sebastiano e la madre Nadia Acconciamessa.

Storia simile quella di Samuel Di Michelangelo, 15enne che nella tragedia perse i genitori Dino e Marina Serraiocco di Chieti.

Attende giustizia ma ha scelto di non essere in aula per la sentenza,  Francesca Bronzi, oggi 31enne che vive e lavora da impiegata a Montesilvano: lei fu una delle ultime ad essere salvata, ma con lei non si salvò il fidanzato 28enne Stefano Feniello. Per i familiari del ragazzi si aggiunse dolore a dolore per diversi giorni a causa di alcuni errori fu inserito tra i nomi delle persone estratte vive.

Foto: ansa.it