Pescara. Era il 24 aprile di 3 anni fa, quando fu abbattuta l’ex filanda Giammaria, lo storico opificio preso a cuore da alcune associazioni come luogo storico della vita economica e sociale di Pescara, e della prima emancipazione lavorativa delle donne abruzzesi.
“Tre anni fa”, ricorda una nota del Comitato pro-filanda, “lo sviluppo cementizio di Pescara assestò un altro colpo al tessuto già sfilacciato della sua identità storica e culturale, tentando pur anche l’abbattimento del Casino di caccia settecentesco, sebbene vincolato e nel frattempo alleggerito” di tanti arredi storici di pregio. Ma dette anche vita ad una piccola-grande resistenza cittadina, fatta da tante associazioni, con molto protagonismo femminile, in onore delle operaie della Filanda”.
Associazioni che, da allora, continuano a chiedere “di conservare memoria di questo pezzo di civiltà cittadina, E la sua “rinascita nel nome di un uso sociale e culturale del luogo”.
“La Regione Abruzzo”, prosegue il comitato, “promise la possibilità di mantenere questa memoria socio-culturale, affidando al Comune il compito di individuare – d’accordo l’Impresa edile – un’altra area per uno dei palazzi previsti in edificazione ma, dopo tre anni e innumerevoli incontri, siamo ancora qui a pungolare e continuare a sperare in un giardino rinato, con un piccolo centro- a edilizia ecologica – di documentazione della storia del lavoro femminile nel nostro territorio, con la riqualificazione del Casino di caccia, eventualmente rovesciandolo in Museo del lavoro femminile e luogo di aggregazione dei cittadini del quartiere”.
Nel frattempo le Scuole già hanno inserito la Filanda nei luoghi storici della città: dapprima classi delle Scuole superiori e ultimamente anche delle Scuole medie inferiori arrivano nel Parco Peter Pan, lateralmente all’area recintata del cantiere, a “immaginare” la Filanda che c’era e la nuova funzione sociale e culturale che dovrebbe nascere.