Pescara. “Il sequestro dei beni, effettuato nel 2010, ha provocato il fallimento delle mie e di altre società che facevano capo al mio gruppo aeronautico, con conseguente vendita dei beni da parte dei curatori fallimentari. In seguito alla sentenza ho dato formale mandato, all’avvocato Sergio Scicchitano, di valutare la possibilità e l’opportunità di presentare una causa per la richiesta di risarcimento di tutti i danni subiti”.
Così l’imprenditore aeronautico abruzzese Giuseppe Spadaccini, amministratore della Sorem, la società che gestiva gli aerei antincendio Canadair per conto della Protezione Civile italiana, dopo la sentenza di proscioglimento, per intervenuta prescrizione, nel processo sulla presunta maxi evasione fiscale internazionale, che si è tenuto davanti al tribunale collegiale di Pescara.
L’ipotesi accusatoria, frutto dell’inchiesta “Flying Money”, che nel 2010 portò all’arresto di 12 persone, tra le quali lo stesso Spadaccini, era che quest’ultimo fosse il punto di riferimento di una presunta organizzazione dedita alla esterovestizione delle società, ovvero alla fittizia localizzazione della residenza fiscale all’estero, al fine di sottrarsi agli obblighi fiscali in Italia. Il tribunale di Pescara ha ritenuto insussistente la circostanza aggravante della transnazionalità, che era alla base dell’impianto accusatorio, e ha dunque prosciolto Spadaccini, difeso dagli avvocati Filippo Morlacchini e Antonio Valentini, e gli altri dodici imputati, per intervenuta prescrizione di tutti i reati contestati, disponendo contestualmente la restituzione di tutti i beni sottoposti a sequestro.
“Sono felice di aver potuto dimostrare la mia totale innocenza rispetto alle accuse penali e civili che mi erano state mosse – aggiunge Spadaccini – e ringrazio tutti gli amici avvocati e consulenti che mi hanno assistito in questa assurda vicenda”.