Due malviventi hanno tentato di truffare una coppia di persone anziane fingendosi dei medici, ma il loro piano si è rivelato un flop
Ormai le truffe hanno raggiunto dei livelli impressionanti. I malintenzionati diventano devi veri e propri attori, artisti di un mestiere che hanno imparato a compiere con grande astuzia. Inventano ruoli di grande credibilità e storie volte a colpire in particolar modo alcune persone, decisamente più vulnerabili, rispetto alle altre.

Una delle ultime tecniche inventate fa riferimento a quanto avvenuto negli scorsi giorni a Pescara, in Abruzzo. Due uomini, apparentemente innocenti, si sono avvicinati a un uomo, fingendo di averlo già conosciuto e sostenendo di avere sua moglie in cura e di doverla visitare presentandosi come medici. Una volta convinto l’uomo, sono saliti a bordo della sua macchina per andare a casa sua.
Una volta giunti a destinazione sono saliti al piano di sopra dove ad attenderli c’era la presunta paziente. La donna si è quindi lasciata controllare da parte di uno dei due medici che, nel frattempo, teneva impegnato il marito parlando. L’altro, invece, con una scusa è riuscito ad allontanarsi, andando a rovistare in giro.
Mentre controllava ha notato una cassaforte, ha scoperto fosse aperta e all’interno è riuscito a trovare 6.500 euro. Una volta conquistato il bottino, i due si sono rapidamente allontanati dalla casa, riuscendo a fuggire senza dare nell’occhio. Per lo meno questo, fino a quando la coppia non ha guardato nella cassaforte.
Il piano si rivela un flop
Una volta scoperto il furto, infatti, le due vittima si sono immediatamente rivolti alla polizia, denunciando quanto fosse avvenuto. Da quel momento sono partite le indagini che hanno portato, poi, la Procura di Pescara a chiedere la misura cautelare in carcere per Fiorindo Di Rocco, di 40 anni, e Sabatino Di Rocco, di 35 anni.

I due sono accusati di essere gli artefici del furto ai danni della coppia. Ieri mattina sono stati sottoposti all’interrogatorio preventivo, nel corso del quale hanno negato ogni genere di accusa, tentando di spiegare il motivo per cui si trovassero in determinate zone.
Eppure, per il gip Giovanni de Rensis che, dovrà decidere se emettere o meno la misura cautelare, ci sono poche scuse. Le prove contro di loro sono schiaccianti, come la scatola nera con il gps che l’assicurazione aveva montato sulla Panda con cui si sono mossi. Lo stesso viene confermato dalle videocamere e da alcuni fotogrammi che mostrano la faccia di uno dei due.
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Insomma, l’esito di questo processo sembrerebbe già scritto. Per quanto entrambi si sono rivelati grandi attori e sicuramente ideatori di un ottimo piano, si sono dimenticati di lavorare sui dettagli, gli stessi che li hanno incastrati.





