A 39 anni dalla scomparsa del magistrato impegnato nella lotta al terrorismo, la cerimonia è avvenuta alla presenza delle autorità civili e militari e dei bambini di alcune scuole elementari, oltre che del figlio e sindaco di Pescara Marco Alessandrini. Tra i più giovani a partecipare, anche i ragazzi della media Vittoria Colonna e del liceo Classico d’Annunzio, dove più tardi si è svolta una commemorazione insieme ai componenti della classe di cui Emilio Alessandrini faceva parte.
Durante la cerimonia, il sindaco Marcello Salerno e i bambini della scuola primaria di Ari, cittadina dove ha sede l’associazione nata per ricordare figura e opera del magistrato ucciso a Milano il 29 gennaio del 1979, hanno consegnato al sindaco Marco Alessandrini un insieme di pensieri ispirati dalla vita del padre e letto le parole che Walter Tobagi, il giornalista ucciso nel 1980, scrisse di lui, perché il suo lavoro resti vivo nella lotta all’affermazione della legalità a tutti i livelli e ispiri quanti hanno raccolto il testimone da lui portato avanti in una delle stagioni più buie della storia d’Italia.
“E’ una giornata dal valore simbolico importantissimo per noi pescaresi, perché attraverso il magistrato Emilio Alessandrini possiamo ricordare tutte le vittime del terrorismo – così il presidente del Consiglio Comunale Francesco Pagnanelli – E’ importantissimo tramandare il valore della democrazia, della lotta al terrorismo e della partecipazione alle istituzioni civili”.
“Ari oggi vuole essere presente a questa cerimonia come paese della Memoria, abbiamo 48 sculture in pietra della Maiella dedicate a chiunque ha portato avanti ideali di giustizia, di libertà e di democrazia del nostro Paese – dice il sindaco di Ari Marcello Salerno – Ad Ari è nata l’associazione e la scuola primaria è intitolata a lui. Ci lega un affetto e un rapporto molto stretto di memoria, di giustizia e legalità. Per questo ho voluto che fossero presenti i ragazzi della scuola primaria di Ari, perché potessero ricordarlo e loro lo hanno fatto con Tobagi che scrisse che Alessandrini fu colpito perché con il suo lavoro egli rappresentava troppo degnamente lo Stato che i terroristi combattevano”.
“Sebbene siano passati 39 anni si ritorna facilmente a quel 29 gennaio in cui ero un bambino – il commento del sindaco Marco Alessandrini a chiusura della cerimonia – Il mese di gennaio è il mese che mi piace di meno, perché è il mese dell’inverno rigido e dell’inverno del cuore. Mi è venuto un brivido quando i bambini hanno letto le parole di Walter Tobagi, parole che conosco bene, perché parlano di una somma distinzione fra falchi chiacchieroni e colombe arrendevoli, con la necessità di trovare sempre una via di mezzo, ieri come oggi. Oggi vivo questo unico conflitto di interessi dell’essere istituzione ma anche figlio e a quanti mi chiedono cosa si prova, dico che la risposta deve essere recuperata nel senso di comunità che ti si stringe intorno, oggi ci sono le istituzioni, la scuola, i cittadini, i passanti, la vita cittadina che diventa testimone di valori civili che qualcuno con la sua vita ha incarnato. Tutto questo significa memoria che diviene non più patrimonio individuale, com’è stato a lungo in questi quasi quarant’anni, ma assurge a valore collettivo. Allontanatasi quella stagione, si cerca di recuperare il senso di comunità, ispirato dai valori alti della nostra Costituzione e da quanti hanno messo in gioco tutto quello che avevano per essi. Per questo ringrazio quanti, stringendosi intorno a me, sono la testimonianza di affetto e impegno in questo lungo viaggio durato 39 anni”.
Anche il sindaco di Penne, Mario Semproni, ha ricordato l’anniversario dell’omicidio del magistrato e, in un messaggio alla famiglia Alessandrini, ha parlato di “un uomo di grande coraggio, simbolo di legalità, di rigore e di passione per la giustizia e la democrazia”.