“Il Comune di Pescara”, afferma Danelli, “sarebbe in procinto di ricalcolare le tariffe della Tassa Rifiuti alla luce della necessità di recuperare i costi di esercizio della gestione dei rifiuti. Non sappiamo l’entità di tale recupero ma in ogni caso non potrà essere chiesto un ulteriore sacrificio alle imprese del commercio e del turismo che già pagano una Tari fra le più alte a livello nazionale”.
“Solo per fare degli esempi chiari”, spiega, “un ristorante paga circa 20 euro a metro quadro, mentre bar, ortofrutta e pescherie pagano circa 16 euro a metro quadro. Praticamente un ristorante di 200 metri quadri paga 4.000 euro l’anno per la raccolta rifiuti, un costo assolutamente insostenibile. Ricordo che il principio alla base dell’applicazione della TARI è che chi inquina paga, e dovrebbe quindi esserci proporzione fra la quantità dei rifiuti che si producono e quanto si paga”.
“Teniamo presente che laddove esiste già la pesatura puntuale dei rifiuti, mediante codice a barre personalizzati, è risultato che la produzione di rifiuti da parte delle imprese è nettamente inferiore alla presunzione posta alla base per il calcolo della Tari con il metodo a metro quadro”, rilancia il presidente di Confcommercio, “dobbiamo quindi opporci nettamente a ogni aumento della Tari e anzi ci saremmo aspettati alla luce delle economie di scala derivante dalla fusione della società Attiva spa con Ambiente e Linda in un unico soggetto e dell’incremento della percentuale della raccolta differenziata, con riduzione dei costi per i rifiuti da smaltire in discarica, un abbassamento delle tariffe Tari così come avvenuto in tutti i comuni che hanno incrementato la cosiddetta “economia circolare”.
“In considerazione di questo”, conclude Danelli, “abbiamo chiesto un incontro urgente all’Assessore al Bilancio, Eugenio Seccia, per avere chiarimenti e comunque scongiurare ogni ipotesi di aumento per le imprese.”