Pescara. “Soluzioni condivise, discusse e concordate, in un tavolo di lavoro che comprenda tutti gli attori e le sensibilità presenti nell’area di piazza Muzii e vie limitrofe. Soluzioni che garantiscano la qualità della vita dei residenti e degli stessi commercianti, insieme con la ripresa economica. Esattamente l’opposto di quanto si arriverebbe ad ottenere con il Piano di risanamento acustico da oggi in discussione al Consiglio comunale di Pescara”.
È quanto chiedono Confartigianato, Confesercenti e Confcommercio che ricordano come “quanto previsto nel progetto vada ad incidere pesantemente sull’economia del più grande distretto regionale di food & beverage e, a cascata, dell’intero centro cittadino”.
“Quella tra pochi residenti e un sistema che compone la più forte realtà attrattiva della città è una guerra che non abbiamo mai voluto e non vogliamo – sottolineano il direttore dì Confartigianato Fabrizio Vianale, il segretario di Confesercenti Gianni Taucci, il presidente di Confcommercio Riccardo Padovano e il direttore di Cna Carmine Salce – ma non possiamo dimenticare che gli esercenti di Piazza Muzii e vie limitrofe sono stati già stati provati duramente da oltre due anni di pandemia e dalle reiterate ordinanze sindacali (da giugno 2021 alla fine di marzo 2022) fortemente limitative degli orari di apertura dei locali”.
“Il piano, così come arriva in Consiglio, di fatto finisce per scontentare tutti”, affermano le associazioni datoriali, “proprio perché non preventivamente condiviso, in più condannerebbe a una morte lenta un’area che invece, a livello produttivo, andrebbe salvaguardata e potenziata, ad esempio con una programmazione costante di eventi di qualità. Invece ci troviamo di fronte a centraline di rilevamento e impianti semaforici sonori inutili e costosi. In una parola, devastanti. Che non risolverebbero in alcun modo il problema dei rumori serali e notturni e otterrebbero come unico risultato quello di desertificate il centro della città. Lasciar morire il distretto di piazza Muzii significherebbe dunque solo riconsegnare un’area di pregio nelle mani di tossicodipendenti e spacciatori, facendola tornare esattamente quello che era prima dell’intervento di riqualificazione”.
“Se questa è la scelta che l’amministrazione vuol fare deve essere cosciente che inciderà direttamente sul futuro della città e di tutte quelle famiglie che hanno investito negli anni per fare di Pescara un posto più attrattivo, più dinamico e più ricco. Una scelta suicida che non può essere accettata. Per questa ragione gli esercenti confermano che, qualora il piano dovesse essere approvato, intraprenderanno un’azione legale collettiva di risarcimento del danno”, concludono Confartigianato, Confesercenti e Confcommercio.