Lo ha stabilito il gip Nicola Colantonio, che ha accolto l’istanza di revoca o sostituzione della misura cautelare presentata dai due legali di Dolce, gli avvocati Augusto La Morgia e Matteo Cavallucci, e dal difensore di Mattucci, l’avvocato Giuliano Milia. Nel provvedimento di revoca relativo a Luigia Dolce il gip evidenzia che sono venute meno le esigenze cautelari che “avevano legittimato l’applicazione della misura cautelare”.
Nello specifico, il giudice ritiene che “è decorso un apprezzabile lasso temporale di applicazione di misure cautelari custodiali, periodo nel quale” l’indagata “ha potuto riflettere sul disvalore delle proprie azioni”. Il gip inoltre sottolinea che “l’indagata rendeva piena confessione: circostanza che, considerato l’intervenuto completamento delle attività di indagine, determina il venir meno del pericolo di inquinamento probatorio da parte della Dolce”. E poi: “verificato infine che il contratto di appalto illecitamente sottoscritto in conseguenza delle attività illecite dei prevenuti veniva annullato dalla Asl”.
Mattucci e Dolce inizialmente erano finiti in carcere insieme al dirigente del dipartimento di Salute mentale della Asl di Pescara, Sabatino Trotta, 55 anni, che si è tolto la vita in cella poche ore dopo il suo arresto.