Gli accertamenti tecnici non ripetibili, in particolare, riguardano 15 dispositivi riconducibili a Cavallito. Il consulente tecnico incaricato dal pm Andrea Di Giovanni, titolare del fascicolo contro ignoti, dovrà occuparsi di estrarre copia forense del contenuto degli smartphone.
Considerata la complessità del caso, l’attività odierna è finalizzata a ricostruire gli affari e le relazioni tra i due e, più in generale, il contesto in cui è maturato il delitto. Gli inquirenti, peraltro, hanno in mano anche due smartphone trovati sul luogo dell’agguato: uno recuperato a terra, presumibilmente di Albi, e l’altro recuperato nello zaino di Cavallito.
Il killer è invece riuscito a portare via il telefono che il 49enne aveva in mano prima di essere colpito. Al vaglio degli investigatori anche computer e tablet trovati durante le perquisizioni.
Tutto porta a pensare che i due, il giorno dell’agguato, stessero aspettando qualcuno: un elemento confermato non solo dal loro atteggiamento, ma anche dal fatto che fossero seduti dallo stesso lato del tavolo e che avessero ordinato pizzette in quantità. L’autore dell’agguato sapeva che avrebbe trovato i due in quel bar e, quindi, diventa fondamentale capire con chi il 66enne e il 49enne avessero appuntamento. Dagli accertamenti è emerso che, prima del fatto, i due erano insieme da un paio di ore.
Sempre in giornata gli inquirenti ascolteranno nuovamente i familiari di Cavallito, per ottenere nuove informazioni e chiarimenti. Le condizioni cliniche del 49enne, tuttora ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Rianimazione, sono definite stabili. Il ferito è sorvegliato h24 dalle forze dell’ordine. Di fatto il reparto è blindato, soprattutto dopo l’episodio dell’uomo che la scorsa settimana si è presentato in ospedale per chiedere con insistenza informazioni circa lo stato di salute del 49enne.
L’agguato si è consumato pochi minuti prima delle 20 di lunedì primo agosto, quando i due erano nel dehor di Bar del Parco. In azione un uomo con giacca nera e volto coperto da casco integrale che ha prima sparato dei colpi dall’esterno del locale, attraverso la siepe, e poi è entrato per finire il lavoro, mirando al volto.
Albi, raggiunto da quattro colpi, è morto sul colpo; Cavallito, invece, è arrivato in condizioni disperate in ospedale, ma si è salvato anche grazie ai diversi interventi chirurgici cui è stato sottoposto. Venerdì l’autopsia eseguita sul corpo di Albi ha confermato i quattro colpi, di cui due letali a cranio e torace. Si attende ora la riconsegna della salma ai familiari, che non è ancora avvenuta. Intanto, le indagini vanno avanti senza sosta.