Pescara. La procura di Pescara ha chiuso l’inchiesta sul caso degli oltre 200 bambini, iscritti in numerose scuole della città, finiti in ospedale, a cavallo tra maggio e giugno dello scorso anno, con sintomi gastrointestinali, provocati dal batterio campylobacter.
In queste ore i carabinieri del Nas e i carabinieri forestali stanno notificando gli avvisi di garanzia agli otto indagati. Si tratta di due esponenti della Cirfood, società che gestiva il servizio mense nelle scuole, Fabrizio Gazzo e Anna Flisi, insieme ad Angelo ed Eleonora Leone, amministratori dell’omonimo caseificio, che sono accusati di lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive. Altri due esponenti della Cirfood, Marcello Capuzzi e Massimiliano Merenda, e Christian Savini e Maria Luisa Di Nicola, amministratori dell’azienda agricola Savini e Di Nicola, sono invece accusati di frode nelle pubbliche forniture.
La contaminazione sarebbe avvenuta per la presenza del campylobacter in alcuni prodotti caseari somministrati nel maggio del 2018 nelle scuole pescaresi. La causa della contaminazione sarebbe dovuta al fatto che i prodotti sarebbero stati realizzati, da parte del caseificio Leone di Sulmona, con “latte non adeguatamente pastorizzato”. Questi prodotti sarebbero poi stati forniti all’azienda Savini e Di Nicola di Vicoli, che a sua volta aveva un contratto di fornitura con la Cirfood, aggiudicataria dell’appalto di gestione delle mense insieme alla Bioristoro, uscita ora definitivamente fuori dall’inchiesta.