Pescara. “Si fa riferimento ad una serie di episodi in cui documentalmente mostriamo che siamo intervenuti, tanto che Fosso Vallelunga, su cui si annidano le osservazioni, è uno dei punti meno critici, visto che lo scorso anno si è partiti con il divieto di balneazione e quest’anno no”.
Così il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, indagato per i presunti mancati controlli sugli scarichi abusivi nel torrente al confine tra Pescara Sud e Francavilla, al termine della mezz’ora di interrogatorio a cui lo hanno sottoposto il procuratore aggiunto Anna Rita Mantini, e il Pm Paolo Pompa, negli uffici della Procura di Pescara.
“La situazione di Fosso Vallelunga è legata al fatto che nel 2016 ci sono stati episodi critici, frutto di singole cause di inquinamento – ha proseguito Alessandrini, difeso dall’avvocato Vincenzo Di Girolamo, – che noi abbiamo immediatamente rilevato”.
Sotto la lente della Procura pescarese, che ha aperto l’ inchiesta in seguito ad un esposto, ipotizzando il reato di inquinamento delle acque, il canale di scolo delle acque bianche a Fosso Vallelunga. Secondo l’accusa, un canale inquinante sfocerebbe nel Fosso Vallelunga, che a sua volta si immette in mare, nel tratto di riviera sud della città adriatica vicino al confine con Francavilla. Proprio in quel canale sarebbero avvenuti ripetuti scarichi abusivi, che avrebbero determinato i valori non conformi ai limiti di legge registrati dall’Arta durante i campionamenti, e Alessandrini è indagato per i mancati controlli su quegli scarichi.
“Riteniamo di avere fornito ogni idoneo chiarimento, depositando una ponderosa memoria con idonei allegati documentali – ha detto ancora il sindaco – abbiamo fatto presente che il Comune di Pescara non ha una rete fognaria municipale, visto che si è spogliata delle reti fin dal 2005, e abbiamo elencato, con una delibera ricognitiva del 5 luglio, tutto ciò che noi abbiamo fatto sul fronte del ciclo idrico integrato”.
Nello specifico Alessandrini cita “il monitoraggio delle acque di balneazione, ma anche una serie di interventi, di cui mi sono reso protagonista insieme ad altri enti, tanto che oggi Ersi mette 31,5 milioni sul sistema depurativo e i lavori, da 12,5 milioni, che triplicato la potenza del depuratore, sono stati consegnati”. Infine il primo cittadino di Pescara ricorda che “anche l’apertura della diga foranea va nella stessa direzione, ovvero quella del miglioramento delle acque di balneazione”.