Pescara: 1,5 milioni per le sponde del fiume

Pescara. Un milione e mezzo di euro per gli interventi di sistemazione idraulica del bacino del fiume Pescara nei territori di Pescara, Spoltore, Cepagatti, San Giovanni Teatino e Chieti, che partiranno a breve.

 

Si tratta di risorse derivanti da un vecchio finanziamento che il ministero dell’Ambiente, fin dal 2003, tramite la Regione Abruzzo, aveva concesso alla Provincia.

I lavori, che dureranno 186 giorni e interesseranno il tratto Pescara-Chieti Scalo, sono stati presentati stamani dal presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco. Le risorse inizialmente erano destinate ad un intervento di sistemazione relativo ad una vasca di laminazione a Spoltore o a Cepagatti, ma gli elevati costi hanno spinto verso la scelta attuale di un intervento di difesa delle sponde del fiume.

I fondi sono stati recuperati nel 2015 e la Provincia ha provveduto a elaborare il progetto preliminare, con cui è stato eseguito l’appalto per la progettazione integrata. La progettazione definitiva-esecutiva e la realizzazione dei lavori sono stati affidati alla ditta R.T.I. Sa.Ce.B. srl di San Martino sulla Marrucina.

Tra maggio 2016 e giugno 2017 è stata indetta e svolta la conferenza di servizi per acquisire i pareri degli enti e delle amministrazioni interessate ed è stato approvato il progetto definitivo. Consegnato, da parte della ditta, il progetto esecutivo, si attende l’autorizzazione ai fini idraulici da parte del Genio Civile della Regione. Entro la fine di marzo i lavori saranno consegnati alla ditta.

Gli interventi riguarderanno la riduzione del rischio idraulico per i centri abitati e le infrastrutture, il mantenimento ed il ripristino del regime idraulico del fiume attraverso la sistemazione e la manutenzione delle sponde e la realizzazione di opere di difesa del suolo, come scogliere o gabbionate in coerenza con le principali tecniche di ingegneria naturalistica.

L’intervento, infatti, prevede anche opere di rinverdimento, con la messa a dimora di talee ed essenze autoctone sulle sponde. Di Marco si sofferma proprio sul “particolare ruolo dell’ingegneria naturalistica di cui ci siamo avvalsi”, soluzioni che saranno “di grande supporto alla rinaturalizzazione delle sponde e che contrasteranno le conseguenze di future esondazioni. Il tutto – ha concluso – in un’ottica di salvaguardia ambientale che è strettamente collegata al progetto di utilizzo delle sponde del fiume Pescara a scopi turistici e paesaggistici”.

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