Montesilvano, lotta alla prostituzione: Arcigay contro gli slogan del Comune

Montesilvano. L’Arcigay di Chieti e l’associazione Mazì Pescara contestano lo slogan “Non mandare a puttane la tua vita, salute, famiglia e dignità” usato per la campagna di lotta alla prostituzione presentata nei giorni scorsi dal Comune di Montesilvano, accusando l’amministrazione di utilizzare “insulti sessisti”.

Secondo Sylvia Rivera di Arcigay Chieti dietro quella frase si “nasconde un mondo di misoginia e di insulti sessisti così ampiamente interiorizzati nella morale comune da far passare in sordina il dirompente effetto maschilista e sessista racchiuso in quelle parole. Parole che minano proprio la dignità che si erano prefissati di preservare”.

“A soli due giorni dalle decine di manifestazioni del movimento NonUnaDiMeno – spiega la Rivera – il Comune di Montesilvano ci fa tornare indietro di 50 anni. Un viaggio violento che riporta l’opinione pubblica faccia a faccia con quanto siano interiorizzati certi insulti sessisti e misogini tanto da poter essere scritti e affissi su delle comunicazioni ufficiali di una pubblica amministrazione, vanificando il condivisibile scopo del convegno, ovvero dare una testimonianza e sensibilizzare sulle donne vittima della tratta e dello sfruttamento della prostituzione”.

“La parola ‘puttana’ sottrae libertà alle donne – sottolinea – è un insulto vigliacco perché non prevede la possibilità di risposta, è l’insulto principale che le donne si sentono dire quando subiscono violenza o quando l’intento dell’offesa è quello di annichilire ed annullare la vittima. Come Arcigay ci auguriamo che il Comune di Montesilvano rettifichi lo slogan, si scusi pubblicamente con tutte le donne e magari organizzi un convegno contro le discriminazioni e disparità di genere, dove si possa spiegare alla popolazione perché dovremmo cambiare radicalmente il nostro modo di parlare per eliminare le disparità di genere”.

 

“Se c’è qualcuno che ha idee migliori, ce le venga a proporre, ma soprattutto se ci sono altre persone, altre organizzazioni, altre associazioni che hanno intenzione di combattere, seriamente, questa piaga sociale che – quella sì – è un insulto e una violenza sulla pelle di tante giovani italiane e straniere, siamo pronti a vederli all’opera”, è la pronta replica del sindaco Francesco Maragno.

“Noi – aggiunge il primo cittadino di Montesilvano – stiamo cercando di combattere la piaga della prostituzione con i pochi mezzi a nostra disposizione, visto che il fenomeno non è disciplinato in Italia e non è illegale. Abbiamo organizzato un convegno di studi dal titolo ‘Contro la tratta delle donne’, sabato scorso, a cui sono intervenuti, oltre a rappresentanti delle forze dell’ordine, i componenti di una associazione, come la comunità Papa Giovanni XXIII, che stanno ogni notte sulla strada, al fianco delle ragazze obbligate a prostituirsi, per cercare di strapparle da quel turpe mercato. E nella sola Montesilvano ben 11 di loro hanno scelto, stavolta sì, autonomamente e con non pochi rischi per la propria vita e per quella dei loro familiari, di lasciare il ‘mestiere'”.

“Oggi ci indigniamo per delle parole e dei modi di dire entrati nella lingua italiana da tempo – ha sottolineato – e non ci scandalizziamo per gli spettacoli indecorosi che accadono nelle strade delle nostre città. E soprattutto, c’è qualcuno che parla di sex-workers e di autodeterminazione, sapendo bene che, invece, le ragazze sono stuprate, violentate e sottomesse come schiave alle organizzazioni criminali”.

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