La rete raggruppa le amministrazioni internazionali che riconoscono e promuovono politiche urbane inclusive e che valorizzano la diversità. Tale valorizzazione viene fatta in particolare attraverso l’identificazione di pratiche virtuose sintetizzate in un indice – l’intercultural cities index – suddiviso in quattordici indicatori, che monitorano la capacità di sviluppare politiche locali (quali politiche educative, politiche dei trasporti, politiche di scambio internazionali ed altre.) in un senso interculturale.
“Abbiamo appena concluso due giorni di intensa formazione a Strasburgo insieme ai rappresentanti delle reti e delle città interculturali, tra cui sindaci, consiglieri e funzionari pubblici, sull’integrazione interculturale e sulle buone pratiche per affrontare al meglio situazioni di crisi e incitamento all’odio – spiega la presidente dell’Azienda Speciale, Sandra Santavenere, delegata dal sindaco Ottavio De Martinis insieme alla coordinatrice comunale della Rete Nazionale, Francesca Lupo.
L’invito è arrivato direttamente dal Consiglio d’Europa, che ha curato anche l’organizzazione e la formazione. Le riunioni formative sono state tenute da noti professionisti come il giornalista britannico Robert Taylor: “E’ stato un corso molto stimolante e denso di casi pratici, che permetterà a tutta la città interculturali di continuare a crescere e lavorare insieme in modo sempre più coeso e coordinato”, aggiunge Santavenere.
Il programma di città interculturali del Consiglio d’Europa è stato avviato nel 2008 come un’iniziativa cofinanziata dalla Commissione europea e dal Consiglio d’Europa. Nel corso degli anni il programma è arrivato a coinvolgere 126 città a livello globale, di cui 98 città europee con 25 città italiane, tra cui Reggio Emilia, Torino e Venezia. L’obiettivo è promuovere il dialogo e iniziative di scambio di buone pratiche di politiche urbane tra città che considerano l’interculturalità un’opportunità e non una minaccia. La Rete delle città interculturali si pone come obiettivo quello di promuovere tra i cittadini un’azione di sensibilizzazione in tema di diversità culturale intesa come risorsa e non come minaccia.
Inoltre, intende sviluppare strumenti e pratiche per favorire l’incontro tra gruppi diversi tra loro culturalmente, etnicamente e linguisticamente, accrescere le competenze interculturali all’interno delle varie attività dalle scuole e alle attività della società civile. Infine, si propone di incoraggiare relazioni positive tra diverse culture, etnie, gruppi religiosi presenti in città e di intraprendere tutte le azioni necessarie a promuovere il dialogo interculturale, come strumento imprescindibile per rafforzare coesione sociale e prevenire forme di violenza e conflitti.