Arriva il via libera del Tar al progetto sulla velocizzazione della linea Roma-Pescara, bocciato il ricorso proposto dal Comitato Comferr.
Uno dei progetti più discussi degli ultimi anni, si avvicina sempre più alla concretizzazione e, con non poca fatica, supera dei processi di approvazione lenti e farraginosi che, tra detrattori e tribunali, si protraggono inesorabili. Però, pare che finalmente si sia giunti a una svolta decisiva per la realizzazione del progetto di velocizzazione della linea ferroviaria che collegherebbe Pescara a Roma.
Il progetto è stato di grande interesse per tutti gli abruzzesi, con comitati che hanno cercato di estenderne l’area d’influenza anche alle zone più interne, come Teramo e provincia. A mettere un freno ai lavori era stato un ricorso presentato dal Comitato Comferr, composto da proprietari di appezzamenti di terreno che sarebbero attraversati dalla nuova tratta. Secondo il comitato, vi sarebbe un problema di compatibilità ambientale.
Il Tar rigetta il ricorso
Il progetto di velocizzazione della tratta ferroviaria Pescara-Roma sembra sempre più vicino alla realizzazione e, a dare un’ulteriore spinta, è stata una pronuncia del Tar del Lazio in merito a un ricorso presentato dal Comitato Comferr, i cui membri si sono detti dubbiosi sulla compatibilità ambientale del progetto che, già a inizio aprile 2023 aveva ottenuto il via libera da parte di Ministero dell’Ambiente e Ministero della Cultura.
Secondo Comferr infatti:“l’artificioso frazionamento dell’opera pubblica in più lotti (complessivamente in numero pari a quattro) e la conseguente omessa valutazione in via unitaria e cumulativa dell’impatto ambientale dell’opera pubblica nel suo complesso” sarebbero rientrate in un’operazione illegittima, che avrebbe dovuto minare la realizzazione intera dell’opera.
Non è dello stesso avviso però il Tar del Lazio, che con una sentenza ha respinto il ricorso di Comferr riferito a “Lotto 1: raddoppio tratta Interporto d’Abruzzo -Manoppello” e il “Lotto 2: raddoppio tratta Manoppello-Scafa” in quanto:”carente nella specie dei requisiti necessari per radicarne la legittimazione ad agire”. Il tribunale regionale però, non si è fermato a questo.
Il giudice del Tar ha sentenziato che, la parte ricorrente:”nel sostenere la criticità della parcellizzazione del progetto complessivo, non ha neanche allegato, in concreto, ragioni e circostanze specifiche che renderebbero l’esame separato di singole tratte, in sede di VIA, meno probante e attendibile. In altri termini avrebbe dovuto essere provato che la valutazione di compatibilità delle singole opere non sia stata in grado di cogliere un impatto ambientale più intenso di quello derivante dalla loro sommatoria”.