Pescara. Era tanta la gente in giro ieri, primo giorno di ‘fase 2’, a Pescara e a Montesilvano, un’area con 1.351 casi su 317mila abitanti, la più colpita nel centro Sud Italia.
Ivase nel pomeriggio strada parco e lungomare, mentre in spiaggia si sono creati assembramenti di ragazzini. Anche se la maggior parte delle persone a passeggio aveva dispositivi di protezione, troppe quelle dedite all’attività motoria senza rispettare i 2 metri di distanza e senza mascherine.
Il timore degli esperti è che, senza distanziamento sociale, i contagi possano tornare a crescere nelle prossime settimane.
Secondo Giustino Parruti, responsabile dell’unità operativa complessa Malattie Infettive dell’ospedale civile cittadino nonché componente del comitato tecnico scientifico regionale, l’area di Pescara è la più colpita del centrosud per la pandemia, con una percentuale di contagio nella provincia quasi doppia rispetto al resto della regione. Situazione sia ben peggiore di quelle delle province di Bari, Napoli o Roma
Secondo l’esperto, sono due le motivazioni principali: “Un’integrazione economica forte con il resto del Paese e una significativa densità di popolazione, con scambi e circolazione di persone. In base alle stime, in un territorio in cui il virus ha circolato in modo importante, come nel caso dell’area pescarese, attualmente ci sono due o tre positivi ogni mille abitanti”.
Il direttore dell’Unità operativa complessa di Microbiologia e virologia clinica a valenza regionale della Asl di Pescara Paolo Fazii,, invece, sottolinea come “C’è stata una riduzione di casi, forse anche più rapida del previsto, ma nella ‘fase 2’ sono fondamentali prevenzione e prudenza. Secondo dati scientifici il 60-80% dei contagiati è asintomatico, ma portatore sano. Tutto si basa sulla responsabilità dei cittadini”.