E’ il documento politico che il Consigliere regionale di Sinistra Italiana Leandro Bracco ha protocollato stamane e che riguarda una vicenda ambientale che da anni preoccupa in misura notevole sia la comunità angolana che una parte del Pescarese.
“Cinque anni fa la Regione Abruzzo – spiega l’esponente di Liberi e Uguali – ha autorizzato il progetto proposto dalla ditta Nicolaj per realizzare una piattaforma per il trattamento e il recupero di sedimenti di dragaggio fluviali e marino costieri nella località Piano di Sacco del Comune di Città Sant’Angelo. La lettera b del comma 7 dell’art. 45 della Legge regionale 45 del 2007 – rileva Bracco – stabilisce che ‘il provvedimento di approvazione del progetto decade automaticamente qualora i lavori non vengano iniziati e l’impianto non sia messo in esercizio, rispettivamente, entro dodici mesi per l’inizio dei lavori ed entro trentasei mesi per la messa in esercizio in ogni altro caso'”.
“Ottenuto il via libera, la ditta – evidenzia il Consigliere regionale – non solo avrebbe dovuto avviare i lavori ma, considerato il lasso di tempo trascorso, addirittura concluderli. E invece oggi della piattaforma non esiste traccia. In aggiunta, la circostanza dei nuovi termini concessi assume rilevanza se si considera che l’autorizzazione non ha una durata illimitata nel tempo ma anzi è subordinata a un regime specifico di decadenze”.
“Mi preme sottolineare – rimarca Bracco – che ciò che merita di essere chiarito risulta essere l’aspetto procedurale. La Determina del 2013 approvò infatti solamente una parte del progetto. Funzionalmente collegato alla piattaforma era però previsto un impianto di chiarificazione e desalinizzazione, sezione importante della struttura proprio perché necessaria alla gestione dell’impianto. Non posso non notare come questa parte del progetto sia stata sottoposta a Valutazione ambientale e successivamente a Valutazione di impatto ambientale solo parecchio tempo dopo. Quali sono i motivi che stanno a monte dell’attuazione di una procedura alquanto sui generis?”.
“E’ urgente – specifica il Consigliere – che le autorità preposte forniscano quanto più celermente possibile tutte le risposte che questa vicenda richiede. E’ un diritto soprattutto per la cittadinanza angolana e Pescarese conoscere il destino del territorio nel quale vivono. Un territorio che da alcuni anni a questa parte – conclude Leandro Bracco – è stato definito da più parti come una realtà avviata a diventare la pattumiera d’Abruzzo”.
“Stiamo cercando tutte le motivazioni possibili per fermare questo insediamento da anni, non possiamo danneggiare così il nostro territorio, soprattutto dopo il riconoscimento internazionale dove il buon vivere deve essere preservato”, aggiunge la consigliera comunale Alice Fabbiani , “per questo ringrazio per la collaborazione il consigliere Bracco che a seguito di uno studio congiunto ha realizzato tale interpellanza con lo scopo di chiarire iter e procedure e scongiurare tale insediamento.”