E’ il dottor Paolo Fazii, direttore della Uoc Microbiologia e Virologia del presidio ospedaliero di Pescara, a lanciarlo un appello attraverso un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa Dire, nella quale afferma che “la situazione emergenziale perdurerà fino a metà maggio, fatti salvi i comportamenti dei singoli soprattutto in vista dell’estate.
Se da una parte l’auspicio è quello che la variante sudafricana non arrivi nel Paese, dall’altra, a fronte di una variante inglese che dilaga e che ormai riguarda, come è noto, il 70% dei positivi in Abruzzo, l’appello è alla massima responsabilità.
Professor Fazii, in Abruzzo è arrivata la variante brasiliana, mentre quella inglese dilaga con gli ospedali che sono sempre più in affanno a causa dei tantissimi ricoveri. Qual è la situazione attuale?
Professore, ma se non è più infettiva la variante inglese, come è possibile che ad esserne colpiti, a differenza del periodo riferito al primo lockdown, siano proprio i più giovani anche in modo grave?
“Il motivo è semplice. Le persone anziane o stanno a casa o hanno la mascherina. I più giovani sono i più esposti. Lo sono stati i bambini quando abbiamo riaperto le scuole ed il virus è circolato maggiormente. Quello che voglio dire è che questa variante non è più carogna della precedente, è uguale, ma circola lì dove la si fa circolare. Se si continua ad andare in giro senza mascherina e se non si prende coscienza del problema, che è un problema serio, non andiamo da nessuna parte”.
Alla luce dei numeri attuali che fotografano una situazione a dir poco difficile, quanto, a suo parere, durerà ancora l’emergenza?
Cosa intende?
“Che per tre o quattro mesi staremo bene, ma il dopo dipende dal fatto se questa estate cominceremo a comportarci bene. Le armi per combattere il virus le abbiamo. Ci sono i vaccini e ho letto che le multinazionali ne stanno approntando anche per gestire l’incontro tra l’ospite e la varianti. D’altra parte nei virus l’Rna si replica di continuo per cui potremmo anche avere altre varianti, ma presto avremo anche un’altra arma: quella degli anticorpi monoclonali. Il futuro è ancora grigio. Per questo è arrivato il momento che il cittadino inizi a comportarsi in maniera adeguata, perché la battaglia la vinciamo se siamo coesi. Non è possibile vedere persone morire in ospedale, sanitari che lavorano con turni massacranti e, allo stesso tempo, gente che si ammassa senza mascherina. Ieri sono uscito a fare una passeggiata. Tanti non la indossavano. C’erano persone che facevano footing in gruppo senza mascherina passando tra le persone che passeggiavano. Non è più tollerabile. Quello che si deve capire è che se tutti ci comportiamo bene, con le armi che abbiamo sviluppato e stiamo sviluppando per combattere il virus, possiamo tornare a fare tutto: anche tornare in teatro”.