Pescara. “La Asl di Pescara è satura in termini sia di personale che organizzativi. Credo sia satura la capacità di risposta. Stiamo cercando personale a 360 gradi ma non abbiamo ottenuto alcun rinforzo, se non la promessa di un aiuto infermieristico che dovrebbe arrivare a inizio mese”.
Questa la fotografia della situazione che vive l’ospedale di Pescara fatta dal direttore della Uoc Malattie Infettive, Giustino Parruti, nel corso della rubrica “Sos Coronavirus” avviata oggi dall’ufficio stampa della Regione Abruzzo.
Dopo le tre rianimazioni aperte e le sei ali dell’ospedale dedicate al Covid-19, Parruti si chiede “con quali medici e quali anestesisti replicheremmo il modello assistenziale se dovessimo creare un’altra struttura della Asl? E’ necessario che si crei un modello di risposta a livello regionale”.
Sottolineando la già ampia collaborazione con le altre Asl del territorio, il direttore della Uoc spiega dunque che un modello unico è la strada da percorrere per far sì che si possano trasferire i pazienti “a chi ha ancora ricettività da saturare”. Di qui l’appello alla Regione in un momento in cui “sto sfiancando il mio personale”, aggiunge.
Parruti chiede che si lavori ad un “modello di equiresponsabilità'” che passa anche per “l’equità nella distribuzione delle risorse. E’ una condizione su cui la regione deve incidere” facendo sì, spiega, che ogni Asl sviluppi il suo programma di posti aggiuntivi, sia per la degenza ordinaria che rianimatoria. “Così facendo non costruiremo cattedrali nel deserto e non saremo scoperti dopo, perchè questa rete – ha concluso riferendosi al post pandemia quando, ha spiegato, potrebbero insorgere nuovi focolai- dovrà continuare a funzionare almeno per un anno o due”.