Cappelle, eternit e perfino un’auto abbandonata: discarica sul fiume Tavo VIDEO-FOTO

Cappelle sul Tavo. “Rifiuti dappertutto, compreso eternit, un’auto abbandonata, materiale elettrico, gomme e chi ne ha più ne metta: un vero disastro lungo un fiume, il Tavo”.

La denuncia è di Augusto De Sanctis, referente della Stazione Ornitologica Abruzzese per le acque, davanti alle immagini desolanti delle sponde del fiume Tavo a Cappelle.

Ieri mattina i volontari della Stazione Ornitologica Abruzzese hanno verificato sul campo quanto segnalato da alcuni cittadini, trovandosi di fronte a quella che definiscono “una situazione degna degli immondezzai del cosiddetto terzo mondo”.

“Rifiuti anche pericolosi letteralmente sulla sponda del fiume Tavo”, commenta De Sanctis, “
sall’interno di quello che dovrebbe essere un’area posta sotto strettissima sorveglianza ambientale, visto che è classificata quale Sito Regionale per le Bonifiche “Saline-Alento”. Fino al 2013 era addirittura Sito Nazionale per le Bonifiche; poi il Ministero dell’Ambiente decise di delegare la regione Abruzzo avendo messo sul piatto fin dal 2010 ben 2,8 milioni di euro per risolvere la situazione e bonificare l’area, anche con interventi sull’abbandono dei rifiuti.      

 

“Nel 2010 avevo fatto una segnalazione simile”, ricorda l’ambientalista, “Sono passati ben 9 anni e la situazione è pure peggiorata. I piezometri installati per monitorare la qualità delle acque di falda sono letteralmente circondati dai rifiuti. Immagini tristi e desolanti che evidenziano non solo un comportamento incivile di troppe persone e aziende ma anche anni di inerzia, omissioni, inadempienze da parte degli enti deputati alla gestione del territorio. Evidentemente le priorità sono altre, dal promettere l’apertura anticipata della caccia agli appalti per grandi opere inutili. Noi il nostro lo facciamo, come sempre, ma gli enti devono rispondere. Non si può continuare così, anche perché continuiamo a spendere in maniera inefficace grandi somme di denaro pubblico. A nostro avviso anche la Corte dei Conti dovrebbe intervenire” conclude De Sanctis.

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