E’ quanto si legge in una nota dell’azienda a seguito della rivelazione del Forum H2O che in giornata aveva spiegato come “La Provincia di Pescara ha emanato una nuova ordinanza nei confronti di Edison, individuata questa volta come responsabile della contaminazione anche dei sedimenti sul fondo del fiume Tirino, risultati pesantemente contaminati”.
Si apre quindi un nuovo capitolo nella vicenda della megadiscarica dei veleni ex Montedison di Bussi sul Tirino. Il Forum infatti ha spiegato che l’ordinanza della Provincia di Pescara deriva da ciò che “l’ARTA ha evidenziato la contaminazione dei sedimenti fluviali con altissime concentrazioni di mercurio e poi di piombo, diossine e PCB nel tratto di 500 metri tra i transetti T2 T3 (in corrispondenza delle discariche 2A e 2B e aree limitrofe) e T4 (in prossimità della centrale termoeletttrica Edison) e con diminuzione dei tenori di mercurio dovuta al progressivo allontanamento dalle su indicate aree di apporto…”. Gli ambientalisti rimarcano come “Rispetto agli standard di qualità ambientale fissati dalla UE il mercurio risulta quindi 24.000 volte oltre la soglia. Nelle tabelle allegate si nota che il Piombo, con una concentrazione di 4.020 mg/kg è fino a 40 volte lo standard (che è 100 mg/kg). Addirittura l’ARTA segnala che la contaminazione è stata riscontrata fino almeno a 1,7 m di profondità nella carota dei sedimenti”.
Sul caso interviene anche Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, che in una nota afferma: “I dati dell’ARTA sulla contaminazione chimica dei sedimenti fluviali non ci stupiscono visto che non è ancora partita la bonifica delle discariche 2a e 2b. Le altissime concentrazioni nei sedimenti di mercurio, diossine e PCB impongono non solo di intervenire per la rimozione dei sedimenti dal fiume Tirino ma soprattutto di far finalmente partire la bonifica delle discariche. Ricordo che a ritardare la bonifica sono state negli ultimi anni le scelte del Ministero dell’Ambiente che aveva annullato una procedura che eva già concluso l’iter. C’è voluto il ricorso alla giustizia amministrativa per sbloccare la situazione”.
“Il cronoprogramma del Ministero prevede che la bonifica cominci a agosto. Se questo non accadrà chiederemo un intervento della Procura perché a livello ministeriale tra politici e dirigenti in questi anni si sono accumulati colpevoli ritardi che già hanno fatto finire sotto inchiesta vari dirigenti responsabili della mancata bonifica”, aggiunge l’ex consigliere comunale e regionale di Pescara.