Il Tar ha così accolto i ricorsi di Regione Abruzzo, ARTA Abruzzo, Comune di Bussi e dell’aggiudicataria DEC-Deme, con una decisione che si conclude con la condanna dello Stato a 15.000 euro di spese di lite.
I giudici amministrativi parlano addirittura di “sviamento di potere” per qualificare la condotta del Ministero dell’Ambiente.
La soddisfazione del presidente Marsilio. “Sono molto soddisfatto. Spero che ora il Ministero dell’Ambiente non faccia ricorso al Consiglio di Stato, ma apra subito quel confronto istituzionale e politico che già ci aveva negato in precedenza. Ora si adoperi per un rapporto di collaborazione istituzionale che indichi la strada migliore per arrivare alla bonifica del sito”.
“Abbiamo vinto una grande battaglia per l’ambiente e per l’Abruzzo, convintamente al fianco della Regione e contro un Ministero che in maniera ingiustificata aveva revocato alla nostra terra 50 milioni di euro”, ha aggiunto il Direttore Generale ARTA, Maurizio Dionisio ai microfoni dell’Ansa.
Testa: “Chi difendeva l’indifendibile oggi collabori per recuperare il tempo perduto”. “Giornata molto importante per la Regione Abruzzo, per i cittadini interessati dal disastro ambientale delle discariche di Bussi e per le associazioni ambientaliste che per anni hanno condotto numerose battaglie sul tema”, ha commentato il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Guerino Testa. “Che la Regione avesse vinto ne eravamo certi perché esiste una sola e semplice verità: l’attività di bonifica, e conseguentemente la salubrità dell’ambiente e la salute dei cittadini, dipendono solo ed esclusivamente da Sergio Costa e dal Ministero che presiede. Verità che abbiamo ripetuto per mesi. Ricordo come il presidente Marsilio abbia scritto al Ministro anche poco prima dell’annullamento definitivo della gara, ma ancora una volta invano. Grazie a questa vittoria, la procedura in questione resta aperta e, dunque, il Ministero questa volta dovrà agire rapidamente. Una considerazione spontanea rivolgo a tutti quegli esponenti dell’opposizione in Consiglio regionale, in primis del Movimento 5 stelle, che con inopportuna arroganza si scagliarono contro la Regione: facciano mea culpa per non aver fatto fronte comune su una annosa questione che continuava a consumarsi ai danni dei territori abruzzesi e dei suoi cittadini. Mi auguro che d’ora in avanti, invece di sprecare energie per difendere l’indifendibile, si impegnino collaborando concretamente per recuperare il prezioso tempo perduto”.
WWF: “Il dato ultimo è sempre lo stesso, passano gli anni e la bonifica non è stata fatta”. La bocciatura del TAR – questo il commento del delegato del WWF Italia per l’Abruzzo Filomena Ricci – rappresenta l’ennesimo colpo di scena di una vicenda che si trascina ormai da oltre 13 anni, quando furono rinvenute varie discariche abusive a partire dalla prima nei pressi della confluenza dei fiumi Tirino e Pescara. La situazione di aperto contrasto tra il Ministero dell’Ambiente, da una parte, e la Regione Abruzzo e il Comune di Bussi, dall’altra, non rende sicuramente più facile la bonifica che dovrebbe invece essere l’obiettivo principale di tutte le amministrazioni nell’interesse esclusivo della salute dei cittadini e dell’ambiente. Ora si torna al punto di partenza con l’aggiudicazione della gara che torna valida, sempre che non intervengano ulteriori sviluppi nella battaglia legale. Il dato di fondo rimane però sempre lo stesso: le discariche furono scoperte nel 2007, il sito di bonifica di interesse nazionale è stato istituito nel 2008, dal 2007 al 2018 vi è stata anche una gestione commissariale per l’area… ma la bonifica ancora non è stata fatta!”.
Forum H2O: “Ministro Costa chieda scusa agli abruzzesi”. “Il Ministro dell’Ambiente Costa rifletta anche sul suo operato e se è in grado di governare adeguatamente la sua struttura ministeriale. Nonostante gli appelli e le puntuali segnalazioni che avevamo fatto, evidenziando tutte le lacune dell’attività ministeriali, ha deciso consapevolmente di difendere gli errori dei suoi dirigenti e non l’ambiente e la salute dei cittadini”, così Augusto De Sanctis del Forum H2O che aveva criticato duramente l’operato del Ministero divulgando una serie di documenti che sono stati poi alla base dei ricorsi e della sentenza del TAR. “Il ministero dell’Ambiente per 8 mesi si era rifiutato di darci la documentazione sulla gara. Grazie alle nostre fonti abbiamo però scoperto documenti di gravità inaudita che oggi il TAR censura in maniera durissima, con passaggi in cui rileva che il comportamento del Ministero è connotato da “sviamento di potere”, “contraddittorietà e irragionevolezza” in circostanze addirittura “eccentriche”. A questo punto – conclude De Sanctis – serve un’immediata inchiesta interna sull’operato dei due dirigenti del Ministero dell’Ambiente Lo Presti e Distaso. Sarebbe ovviamente surreale un ricorso al Consiglio di Stato e speriamo che anche l’Avvocatura, che aveva dato un parere stringato e superficiale, dia lo stesso suggerimento al Ministro. Auspichiamo infine che la procura della Repubblica di Pescara batta finalmente un colpo sui ritardi ultradecennali delle bonifiche a Bussi, magari partendo proprio dalle conclusioni a cui sono pervenuto i giudici del TAR”.
“Il pronunciamento odierno del Tar del Lazio sul Caso Bussi, ovvero sul ricorso presentato dalla Regione Abruzzo e dal Comune, contro l’annullamento della gara d’appalto per le opere di bonifica, è sostanziale”. È il commento del Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri dinanzi alla sentenza del Tar. “Significa che il Ministero dell’Ambiente deve bonificare quelle aree, che ha il dovere di procedere con la rimozione delle discariche abusive a nord dello stabilimento, e che ha l’obbligo di procedere con il ripristino della salubrità dei luoghi a tutela di un territorio e dell’intera regione. E la condanna al pagamento delle spese di lite per 15mila euro testimonia la bontà dell’azione legale intrapresa dalla Regione stessa. Ora si proceda senza ulteriori indugi e tentennamenti a garanzia di un territorio che ha già patito a sufficienza. Quell’intervento andava eseguito e quell’appalto non andava annullato, punto – ha sottolineato il Presidente Sospiri -, bastano questi due elementi, sacramentati dal Tar, per raccontare l’epilogo di una vicenda lunga, dolorosa, in termini di salute pubblica e di spese a carico della collettività, e fatta di carte, ingegneria legale e documenti che spesso hanno avuto solo il compito di ritardare, procrastinare o impedire un intervento urgente e necessario. Noi lo abbiamo sostenuto sin dal primo giorno, sin da quando quella discarica della vergogna è venuta fuori, perché è evidente che mentre si indagava per accertare responsabili e responsabilità, comunque andava tutelata la popolazione con un’opera enorme, imponente, di pulizia, bonifica, di restituzione del diritto alla salubrità dei luoghi. E invece qualcuno ha preferito far scorrere acqua sotto i ponti e intrattenersi nel raccogliere fascicoli e faldoni. Oggi c’è una sentenza chiara, legittima, emessa dal Tar del Lazio, oggi ancora una volta ci dicono che il Ministero dell’Ambiente deve operare per restituire Bussi alla sua regione e ai suoi cittadini cancellando una macchia dalla sua storia”.
Rifondazione Comunista: “Bocciato Ministro e M5s Abruzzo che lo ha difeso”. “Il Tar ha fortunatamente bocciato il ministro Costa che ha dimostrato incompetenza e protervia. Invece di ascoltare il Comune di Bussi, gli altri enti territoriali e gli ambientalisti, ha dato retta ai suoi dirigenti. Lo hanno aiutato a sbagliare i cinquestelle abruzzesi, o almeno la consigliera Sara Marcozzi, che si è schierata in difesa del ministro. Ora il ministro la smetta e ascolti chi sul territorio fa da tanti anni battaglie ambientaliste. Non faccia perdere altro tempo a una comunità che esige bonifica. Ringraziamo il compagno Salvatore La Gatta per la resistenza che sta dimostrando da anni”, è il commento di Maurizio Acerbo e Corrado Di Sante.