Spoltore. Iniziate a Spoltore le attività nel Deposito Archeologico Provinciale.
Lo spazio, che a breve sarà inaugurato, si trova nella frazione di Caprara d’Abruzzo, nella vecchia scuola appositamente ristrutturata seguendo le indicazioni della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio.
I locali sono da ieri a disposizione di studiosi e ricercatori dell’ISIA, università pubblica di design, per un progetto con l’obiettivo di studiare e riprodurre virtualmente, attraverso tecniche non invasive di reverse engineering tridimensionale, 40 reperti individuati dai funzionari archeologici.
Alla collaborazione tra la Soprintendenza e il Comune, infatti, si è aggiunto un nuovo accordo con l’ISIA, Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Pescara, per queste attività che si concluderanno a metà giugno. A coordinarle è il responsabile scientifico del progetto, Stefania Agresta, docente presso l’ISIA del corso di Geometria descrittiva: sono coinvolti anche Luciano D’Angelo e Fabio Finore (dei corsi di Fotografia) Marco Ripiccini (Disegno operativo), Leo Margiotti (Computer grafica), assieme a laureandi che seguiranno le operazioni di analisi e ricerca.
La fase di acquisizione e modellazione virtuale viene eseguita nei locali del Deposito Archeologico Provinciale di Caprara d’Abruzzo, grazie a strumentazioni di ultima generazione, da circa cento studenti dell’ISIA di Pescara. Le attività si possono seguire in diretta streaming sul canale Youtube ISIA Pescara e saranno accessibili anche dal sito istituzionale del Comune di Spoltore.
“Negli ultimi anni le tecnologie di acquisizione tridimensionale e prototipazione, basate sul rilievo digitale, hanno vissuto un’evoluzione importante e significativa – spiega Agresta – con una diffusione importante nel settore dei beni culturali. L’approccio di studiosi, archeologi, ricercatori ed esperti nel settore è stato trasformato contribuendo a creare nuovi metodi di lavoro e collaborazioni interdisciplinari. Il progetto ha lo scopo di conoscere, divulgare, conservare e restaurare il patrimonio culturale, aumentando il numero dei reperti messi a disposizione della comunità scientifica, anche in ragione del fatto che, spesso, non tutte le collezioni trovano spazio espositivo nei musei. Ma ha lo scopo di far conoscere la realtà territoriale che offre servizi di altissima qualificazione in un contesto urbano a misura d’uomo. Le attuali tecnologie permettono la creazione di modelli 3D realistici e registrano, in modo permanente, lo stato dell’oggetto consentendone una messa a disposizione della comunità scientifica mondiale e delle future generazioni. La disponibilità di tali modelli digitalizzati apre un ampio spettro di ulteriori applicazioni, nuove analisi, studi, interpretazioni, politiche di conservazione e restauro digitale nonché di promozione del territorio e del suo patrimonio”.