Pescara. Infuria la polemica, in città per i manifesti affissi dall’associazione Audere Semper in memoria dei “martiri delle Foibe”, che hanno scatenato le dure reazioni degli antifascisti.
Campeggia, da un paio di giorni, su pannelli delle pubbliche affissioni a ridosso del campo Rampigna, un manifesto da 6 metri per 3 che, a caratteri cubitali su sfondo nero recita “ONORE AI MARTIRI DELLE FOIBE”, firmato dall’associazione Audere Semper.
La prima sigla antifascista a protestare è stata l’Anpi, che in una nota definisce il commissionario del manifesto “un’associazione che si nasconde dietro un motto dannunziano Audere semper, fondata da un esponente di Forza Nuova poi passato a Fratelli d’Italia. Facciamo presente a questi nostalgici del ventennio che sono stati il nazionalismo e il fascismo italiani a introdurre la violenza in una terra in cui c’era una lunga tradizione di convivenza”.
Il riferimento è a Marco Forconi, attualmente consigliere comunale a Montesilano che, via social, ha reagito così:
Corrado Di Sante, segretario Provinciale di Rifondazione Comunista, invece, ritiene che , “dalla presenza del Presidente del consiglio comunale Antonelli al convegno dei nostalgici del ventennio, ritirata solo dopo le proteste, alla pubblica affissione, il centrodestra dimostra una certa allergia ai valori della costituzione repubblicana e antifascista nata dalla Resistenza. È vergognoso che si continui a spalleggiare organizzazioni che andrebbero sciolte. Nel merito, la storia del confine orientale va ricordata tutta”, prosegue, “a cominciare dai crimini del fascismo prima e durante la seconda guerra mondiale nell’ex Jugoslavia, dall’italianizzazione forzata, alle quotidiane violenze durante il ventennio sulla popolazione slava, dalle stragi di civili da parte dei nazi-fascisti durante la guerra di occupazione, al campo di concentramento per slavi ed ebrei del Regio Esercito Italiano ad Arbe, l’attuale isola croata di Rab. Le drammatica vicenda delle foibe si inserisce in questo contesto”.
Ad appoggiare Audere Semper, invece, interviene il consigliere Regionale Vincenzo D’Incecco (Lega): “Piena solidarietà all’associazione Audere Semper: mi sembra un paradosso che liberi cittadini di una libera associazione, non possano esprimere un concetto semplice e solidale ovvero ricordare i martiri delle Foibe, tra l’altro non appropriandosi indebitamente di uno spazio, ma pagandolo. E chi li taccia di intolleranza sono quelli che, a ben vedere, aizzano gli animi contro chi ha espresso una solidarietà avvalendosi di una libertà di espressione che, invece, vuole essere imbavagliata additandola come strumentale. Questo atteggiamento genera evidentemente odio, lo stesso odio evidenziato da coloro che hanno lasciato sul manifesto stesso parole poco edificanti e che nulla hanno a che vedere con i sentimenti a cui vorrebbero fare credere di ispirarsi. E ancora di più – chiosa D’Incecco – il vero paradosso è aver trasformato le vittime in carnefici”.
Sul manifesto, infatti, sono state impressi a vernice gli stessi epiteti usati da Forconi su Facebook, mentre il Collettivo Zona Fucsia (che rappresenta le comunità LGBTQI+) rimarca l’apologia fascista con un lungo post sullo stesso social media:
Basta dare spazio alle associazioni che fanno apologia al fascismo!!
Ci giocavamo a pallone, andavamo a fare il tifo per i nostri amici, creavamo comunità, poi è stato riconosciuto dal FAI come sito archeologico in pieno centro città..
Ci sono mille bei ricordi e piacevoli novità che legano i pescaresi “al campetto” di Rampigna, ricordi e novità che stridono completamente con quell’immenso cartellone affisso a mezz’aria sul suo recinto che recita, su sfondo nero e a caratteri cubitali:< Onore ai martiri delle Foibe – Audere Semper >.Funziona così: ci si reca nell’ufficio pubbliche affissioni del Comune di appartenenza, si richiede lo spazio per una certa tempistica, si consegna la cartellonistica, si paga l’imposta comunale sulla pubblicità e sulle pubbliche affissioni ed ecco come la loro “bella” propaganda viene esposta alla luce del sole di febbraio.Peccato si tratti di un illegale esempio di apologia fascista ( Legge Scelba 1952, legge Mancino 1993 ) !Nel richiedere a gran voce la rimozione di tale scempio, vorremmo ricordare che, nell’ultimo anno, il nostro Comune non è stato estraneo ad altrettante manifestazioni di appoggio o azioni, a bruciapelo, verso posizioni estremamente conservatrici, per molti cittadini contestabili, come l’apertura dei consultori ai pro-life e la possibilità per quest’ultimi di offrire un, non meglio definito, obolo alle donne che accettassero di non abortire.
Chiediamo quindi un maggior controllo ed una maggiore trasparenza che renda le scelte della comunità, per l’appunto, comuni e non sorprese imposte da certi e applicate per negligenza e noncuranza di chi dovrebbe attenzionare simili eventi.