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Pescara, vietato chiedere l’elemosina al semaforo: scatta l’ordinanza

Pescara. Prostituzione, bivacco e accattonaggio: queste le tematiche avverse dalle ordinanze firmate ieri dal sindaco Alessandrini. E quella che desta maggiormente l’opinione pubblica è, molto probabilmente, quella che vieta di chiedere le elemosina ai semafori, in un periodo in cui è tornata in auge sulle strade pescaresi la presenza di persone che bussano al finestrino per chiedere qualche monete alle macchine in coda davanti al rosso.

Se  erano già in vigore il divieto di consumare alcolici in bottiglia e bicchieri di vetro fuori dai locali per evitare di mettere armi non convenzionali a disposizione delle sempre più frequenti risse che avvengono nelle ore di movida, o di dormire, bere e mangiare nei pressi di parchi pubblici (multe previste da 25 a 500 euro), nonché di abbordare per le strade della città le cosiddette lucciole (sanzioni da 300 a 500 euro), suona maggiormente come novità l’ordinanza del 3 novembre che vieta l’accattonaggio, in vigore fino al prossimo 25 febbraio.

“E’ vietato”, si legge nel documento già operativo, “porre in essere forme di accattonaggio molesto, intesa come richiesta insistente e petulante di denaro, effettuata con qualunque modalità, in ogni spazio aperto al pubblico del territorio comunale, comprese le aree nei pressi delle intersezioni stradali o degli impianti semaforici”.

Per cui, pena una multa fino a 500 euro, vietata la presenza di quelle decine di persone che, con un aumento esponenziale negli ultimi mesi, stazionano con cartelli riportanti frasi mirate ad impietosire passanti e automobilisti e mani tese, con o senza contenitore, davanti ai finestrini per raccogliere carità in moneta.

A corpi di polizia, compresa la Municipale, il compito di arginare e sanzionare il fenomeno, seppur l’ordine primario è quello della clemenza: “All’atto della contestazione”, recita l’ordinanza, “il trasgressore è tenuto a cessare il comportamento scorretto; l’inottemperanza all’ordine verrà perseguita a norma del codice penale”. Come a dire, prima l’invito a smettere e poi l’intervento vero e proprio?