Pescara. “Abbiamo spiegato quello che ha chiesto il magistrato. Sul contenuto della cassetta di sicurezza del mio assistito (dove sono stati trovati circa 500mila euro) abbiamo documentato che si tratta del provento dell’attività professionale di Mauro Febbo accumulato in un quarantennio”.
Così Massimo Cirulli, legale di Mauro Febbo, consigliere regionale di Forza Italia ed ex assessore dell’attuale Giunta, indagato nell’inchiesta della Procura di Pescara per corruzione in relazione alla realizzazione del polo oncologico dell’ospedale di Chieti. Febbo è stato ascoltato dal Pm Di Giovanni per oltre tre ore questa mattina in Tribunale a Pescara.
“Abbiamo poi fornito giustificazione in ordine alla documentata opposizione da Febbo da prima come presidente della Commissione di Vigilanza e poi come assessore regionale alla costruzione del polo oncologico dell’ospedale di Chieti (project financing) che seguiva quello presentato dalla Maltauro e che aveva ad oggetto la ricostruzione dell’intero complesso ospedaliero. Quindi ci sono atti amministrativi e c’è una contrarietà manifestata all’operazione ritenuta non conveniente per la finanza pubblica””, ha proseguito il legale.
Sugli eventuali rapporti con l’imprenditore farmaceutico pescarese Vincenzo Marinelli, fra i principali indagati sull’inchiesta della Procura di Pescara sulla Sanità, l’avvocato di Febbo ha aggiunto: “Non ha avuto rapporti il mio assistito con Vincenzo Marinelli se non occasionali incontri e non ha negato di aver ricevuto un paio di cesti natalizi tra l’altro non scartati. Ma nulla di più. Ora su tutto questo ci aspettiamo una richiesta di archiviazione, sicuramente non domani mattina. Certamente saranno necessari dei riscontri da parte dell’autorità investigativa. Abbiamo poi apprezzato la grande disponibilità del pubblico ministero nell’accogliere la nostra istanza. Noi siamo fiduciosi anche se non credo che le indagini si chiuderanno domattina, nemmeno nei confronti di Mauro Febbo”.
“Sono in corso ulteriori indagini e non credo solo nei confronti di Mauro Febbo. Credo vi siano – ha detto ancora l’avvocato Massimo Cirulli – altre persone iscritte nel registro degli indagati. Sul perché Febbo sia finito in questa inchiesta le dico che le fonti di prova non le conosciamo e non le possiamo conoscere. Non conosciamo il contenuto di intercettazioni telefoniche o ambientali e qualcosa nelle intercettazioni può essere anche equivocato. Certamente non ci sono evidenze documentali contro Mauro Febbo. Anzi le evidenze documentali sono tutte a favore di Mauro Febbo”.