Pescara. La segreteria provinciale di Pescara del sindacato NurSind in linea con altre segreterie italiane, ha proposto un progetto all’azienda sanitaria di Pescara, utile a ridurre il rischio di errori da parte degli Infermieri durante la somministrazione della terapia e migliorare così la sicurezza del paziente.
“Il professionista che somministra il farmaco deve accertarsi, come ricorda la raccomandazione ministeriale numero 12”, spiega in una nota il segretario provinciale Nursind, Antonio Argentini, “che sia presente una completa prescrizione, ad eccezione ovviamente dei casi di conclamata emergenza (giusto malato, giusto farmaco, giusto orario, giusta dose, giusta via di somministrazione, giusta registrazione); quindi non dovrebbe in questa fase ricevere stimoli di interruzione, anche se inevitabilmente capita che situazioni che non possono essere rinviate vedano l’Infermiere coinvolto. Rappresentano naturalmente la maggioranza le richieste improprie, che raggiungono l’Infermiere durante la fase importante di somministrazione del farmaco come procedura purtroppo abituale ed a volte data per scontata: il parente che vorrebbe conoscere l’orario di ricevimento del direttore di unità operativa (primario), il medico che vorrebbe qualcosa di assolutamente non urgente, e molto altro. In questi casi, l’utilizzo di strategie ”difensive” passive può essere di aiuto”.
La SISP, società italiana di scienze infermieristiche pediatriche, ha calcolato, dopo una attenta fase di osservazione sul campo, nella misura del 12% l’aumentato rischio di commettere errori quando un Infermiere viene interrotto nella fase di somministrazione della terapia. Fra le strategie di contenimento dell’errore si possono attuare, fra le più semplici: la preparazione del farmaco in una stanza priva di telefoni e di contatti con il pubblico e i malati (ovviamente, è necessario disporre dello spazio ed è necessario avere almeno due Infermieri, uno resterà disponibile al contatto con l’utenza e i familiari); l’utilizzo di giubbotti con riportate scritte dissuasive alla interruzione della fase di somministrazione dei farmaci. Il giubbotto naturalmente non assicura la certezza e la sicurezza assoluta, ma ha un buon potenziale dissuasivo ed educativo, anche all’interno del team assistenziale. Rappresenta uno strumento di lavoro e di sottolineatura dell’importanza dell’attività effettuata. Costituisce infine un valido strumento educativo rivolto a tutti coloro, purtroppo molti, che non hanno le idee del tutto chiare sulle responsabilità, anche legali, che riguardano gli Infermieri.
“Per questo motivo, e sempre attenti alla tutela del professionista Infermiere/infermiere pediatrico”, conclude Argentini, “il NurSind, sindacato delle professioni infermieristiche, promuove la campagna ‘Non distrarre-Terapia in corso’ predisponendo a proprie spese delle casacche in TNT con la stampa della frase Infermiere-Non distrarre-Terapia in corso’ “.