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Anche a Pescara la catena umana di solidarietà per Gaza

Pescara. “Mani nelle mani su ogni spiaggia, piazza o luogo possibile e disponibile per portare solidarieta’ alla popolazione palestinese di Gaza”. E’ l’appello internazionale lanciato da Pescara dalla “Rete di solidarieta’ con la Palestina e pace nel Mediterraneo Abruzzo/Molise” per una catena umana in programma domani dalle 11 alle 11.30.

I dettagli sono stati forniti, questa mattina, a Pescara, nel corso di una conferenza stampa dagli organizzatori della manifestazione. All’appello hanno gia’ aderito 48 comunita’ palestinesi e numerose reti di solidarieta’ in 26 paesi europei.

In Abruzzo l’iniziativa si terra’ a Pescara (Nave di Cascella), Alba Adriatica, Francavilla (lido Asteria), San Salvo. In Italia la catena umana si terra’ a Bari (spiaggia Pane e Pomodoro), Foligno (piazza della Repubblica), Napoli (rotonda Diaz lungomare), Padova, Roma, Torino. Nuove adesioni continuano ad arrivare in queste ore. “Promuoviamo questa catena umana internazionale – ha detto Cam Lecce, una delle organizzatrici dell’iniziativa – per dire basta a questo massacro”. Gli organizzatori hanno sottolineato che “dall’8 luglio, data di inizio degli attacchi israeliani nella striscia di Gaza, sono oltre 1.875 i morti palestinesi, anche se molti sono ancora sotto le macerie. Il 30 per cento dei morti, cioe’ 408, sono minori. Nella gran parte dei casi sono bambini che hanno meno di 12 anni. Inoltre, sono oltre 2.744 i bambini feriti, mentre 373mila necessitano urgentemente di assistenza psicologica specializzata”. I promotori della catena umana chiedono “l’embargo militare contro Israele e il boicottaggio delle banche coinvolte nel commercio di armi; la revoca del trattato militare e dell’uso dello spazio aereo sardo per le esercitazioni previste a partire dal 21 settembre. Ci impegniamo a sostenere la campagna internazionale di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele”.

Tra le richieste anche “la fine dell’embargo che la popolazione di Gaza subisce dal 2005; l’apertura di tutti i valichi di frontiera e la fine dell’occupazione e dell’apartheid”.