Pescara. Tra quelli privati acquistati durante e dopo il lockdown e i 500 di Helbiz, noleggiabili in strada, a Pescara è “mania” monopattini elettrici, che hanno letteralmente invaso la città: se ne vedono sfrecciare ovunque, dal lungomare al centro e fino alle zone interne.
In tanti, però, segnalano continue violazioni. La più frequente è l’utilizzo degli e-scooter in due persone, sui marciapiedi e sulle isole pedonali. I monopattini si stavano già diffondendo rapidamente dopo il lockdown, ma la vera rivoluzione è rappresentata dall’arrivo di Helbiz, che nei giorni scorsi ha lanciato il servizio di sharing, con 500 veicoli. Un servizio utile ed apprezzato, che sta stravolgendo la mobilità di Pescara, città che ben si presta all’utilizzo dei monopattini.
I mezzi elettrici in sharing sono talmente tanto utilizzati che da una certa ora in poi, soprattutto di notte, diventa impossibile trovarne uno, con le vie del centro che si riempiono di giovani, smarpthone alla mano, alla ricerca di un mezzo disponibile.
Tra le principali violazioni al regolamento di Helbiz, ci sono le persone, sempre di più, che portano i monopattini in casa o in aree private per averli sempre disponibili. Il risultato è che i veicoli in questione risultano disponibili sull’app, ma di fatto introvabili. Un fenomeno, di cui la società è a conoscenza, che contrasta con la logica dello sharing ed è oggetto di numerose segnalazioni.
A questo si aggiungono gli utenti che vanno in due su un monopattino – pericoloso, dannoso per il veicolo e vietato dalla legge – coloro che, anche in presenza di piste ciclabili, sfrecciano sui marciapiedi o sulle isole pedonali, quelli che, una volta finita la corsa, abbandonano il veicolo in modo scorretto o l’utilizzo da parte di ragazzini con meno di 14 anni.
“Tolleranza zero contro le trasgressioni, con multe salatissime – annuncia l’assessore alla Mobilità, Luigi Albore Mascia – Il monopattino non è un giocattolo e può essere pericoloso. Questo deve essere chiaro a tutti. Lancio un appello ai genitori dei più giovani, affinché insegnino loro a rispettare le regole. Sarebbe una grande sconfitta se l’ineducazione e l’inciviltà di pochi compromettessero un bel risultato di tanti. Ci sono, comunque, gli aspetti positivi. In un anno siamo riusciti a scardinare la resistenza maggiore: la cultura che non considerava la mobilità sostenibile. In città, oggi – conclude – ci sono meno automobili e meno scooter”.