Pescara. Il centro di aggregazione giovanile sPaz è riaperto come sala studio e per attività di sportellistica sociale, nel rispetto delle misure per il contenimento del contagio da covid-19.
“Riemergiamo da mesi dolorosi di confinamento, in cui abbiamo riscoperto il valore della solidarietà di vicinato e di ogni piccola iniziativa per non far seguire l’isolamento sociale al distanziamento fisico”, dichiarano in una nota i ragazzi dell’Associazione sPaz, “Durante la quarantena abbiamo riadattato in forma digitale attività come la scuola popolare e dato supporto alle realtà operative sul territorio nell’aiuto alla popolazione più in difficoltà, aspettando di poter tornare a far vivere lo sPaz anche nel suo spazio fisico. Dopo un riassestamento a fine lockdown, sentiamo più che mai la necessità di riaprire, spinti dalle richieste di una comunità giovanile che non si arrende all’estinzione di uno spazio di socialità e cultura fondamentale in città.”
“È indispensabile rimettere al centro l’aggregazione giovanile nel momento in cui è più sotto attacco che mai. Abbiamo dovuto aspettare mesi prima di vedere biblioteche e sale studio aperte, che avremmo preferito agli auguri e alle pacche sulle spalle per esami di stato e sessioni estive che le rendevano a maggior ragione indispensabili da subito. Persino l’aggregazione legata al consumo è stata attaccata da norme che non trovano fondamento nella prevenzione dei contagi, come il coprifuoco attivo fino a inizio luglio”, aggiungono.
Poi una nota polemica rivolta direttamente al Comune: “Come ultima minaccia concreta di sfratto, abbiamo osservato il Presidente della Commissione Pubblica Istruzione ed Edilizia scolastica Fabrizio Rapposelli parlare sulla stampa di ex sPaz, come spazio vuoto da valorizzare per rispondere alle esigenze della Scuola Media Michetti, in un comunicato che evidenzia anche la necessità di impiegare “spazi tradizionalmente usati per scopi culturali” per rispondere alle esigenze di scuole con strutture più che mai inadatte alla ripartenza delle lezioni in sede a settembre. È un ennesimo round di messa in competizione tra i bisogni: “la scuola viene prima”, però, comincia a essere una frase poco credibile quando è pronunciata dalle stesse persone rappresentanti di anni di malapolitica che ha relegato le scuole in strutture sottodimensionate e marcescenti, e che adesso ignorano ogni possibile collocazione alternativa agli spazi in cui vivono già realtà culturali fondamentali per il tessuto sociale della città”.
“Abbiamo riorganizzato gli spazi per distribuire la sala studio su più stanze massimizzando i posti in tempi di distanziamento sociale, e stiamo ripartendo con gli sportelli psicologici e uno sportello casa. Ci siamo dotati di ogni misura di prevenzione del contagio, non per vuota obbedienza ma per responsabilità sociale. Siamo sicuri che a Pescara per dare spazio alla scuola non sia necessario attaccare i luoghi della cultura. Lo sPaz è nato per definire nuove possibilità in una città le cui amministrazioni negli anni hanno trascurato oltre i limiti la realtà giovanile. Lotteremo per una scuola dignitosa e una cultura libera da dinamiche di potere, fuori da ogni strumentalizzazione e per un benessere collettivo, non per noi ma per tutti”, conclude la nota.