Discarica Bussi, domani riparte il secondo processo

bussi sequestroPescara. Ricomincia, domani, a Pescara, il secondo processo legato alla discarica di Bussi e all’acqua contaminata distribuita sino al 2007 attraverso la rete acquedottistica a centinaia di migliaia di cittadini a Pescara, Chieti e nell’intera vallata.

Nel primo processo, che riprendera’ il 19 settembre prossimo davanti alla Corte d’Assise di Chieti – ricorda il Wwf inuna nota – sono imputate 19 persone, a vario titolo legate al colosso chimico Montedison/Ausimont, imputate di avvelenamento delle acque e disastro. Il secondo procedimento giudiziario, quello che ricomincia domani, e’ invece nella fase preliminare. Il gup Maria Carla Sacco, dovra’ decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio presentata dal pubblico ministero nei confronti di cinque persone: l’ex presidente Ato Giorgio D’Ambrosio, l’ex responsabile Sian della ASL di Pescara Roberto Rongione e i vertici dell’Aca Bruno Catena (ex presidente), Bartolomeo Di Giovanni (direttore generale) e Lorenzo Livello (direttore tecnico). Il reato contestato e’ la distribuzione delle acque contaminate.

La divisione in due tronconi – ricorda l’associazione ambientalista – deriva dal fatto che nel maggio 2011 venne emessa da altro gup una sentenza di non luogo a procedere che escludeva dal processo i vertici Ato e Aca, sentenza poi annullata nell’ottobre 2012 dalla Suprema Corte di Cassazione che ha anche disposto un nuovo esame, quello appunto che, dopo alcuni rinvii, ricomincera’ domani. “E’ importante – dichiara l’avv. Tommaso Navarra, legale del Wwf Italia – che l’accertamento della verita’ sia completo e riguardi tutti gli aspetti di questa complessa vicenda. E’ altrettanto importante che si arrivi a un giudizio in tempi ragionevolmente brevi anche per restituire ai cittadini fiducia nelle istituzioni”. “Il Wwf – annuncia il delegato regionale Abruzzo Luciano Di Tizio – si costituira’ parte civile anche in questo secondo troncone, sempre con l’avv. Navarra che sta ottimamente tutelando gli interessi dell’ambiente e dei cittadini. Bisogna chiudere la parte giudiziaria quanto prima possibile, e stabilire se ci sono colpevoli e chi sono, per poi procedere alla bonifica secondo il sacrosanto principio del chi ha sbagliato paghi”.

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