Pescara. Il Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua chiede agli enti pubblici interessati di fare chiarezza sulle ipotesi relative alle modalita’ di bonifica dell’area di Bussi, che “prevederebbero, tra l’altro, la realizzazione di una mega discarica, questa volta “legale”, dove gettare i materiali delle discariche cosiddette 2A e 2B”.
I dettagli sono stati illustrati, questa mattina, a Pescara, nel corso di una conferenza stampa, dagli esponenti del Forum. Presenti anche i rappresentanti del Comitato No Carbone di Brindisi, con cui e’ stato attivato un vero e proprio gemellaggio.
” L’ipotesi di una mega discarica “legale”, che ci risulta essere stata recentemente discussa a Roma – ha detto Augusto De Sanctis, del Forum -, e’ una “soluzione” letteralmente incredibile, considerata la vulnerabilita’ ambientale dell’area. La cosiddetta strategia di bonifica o messa in sicurezza “in situ”, con le scorie e il terreno contaminati che rimangono sul posto confinati in strutture quali discariche controllate, si puo’ applicare in ben diversi contesti idrogeologici e non certo a Bussi. L’area e’ fortemente sismica, in un contesto geologico carbonatico che ospita uno dei maggiori acquiferi dell’Appennino. Se si dovesse progettare una discarica per rifiuti speciali pericolosi o non pericolosi in un sito abruzzese, quello di Bussi sarebbe probabilmente all’ultimo posti per idoneita’. Purtroppo la questione non riguarda solo le discariche 2A e 2B ma anche la Tremonti, quella posta sul fiume Pescara, visto che nello stesso documento progettuale relativo ala contestata palancolatura, poi realizzata, si considerava l’intervento come propedeutico ad una messa in sicurezza permanente “in situ”, cioe’ il tombamento della discarica con il suo carico dei velini”.
Secondo il Forum, le ipotesi paventate ” sarebbero favorevoli solo ai privati, in particolare Edison, che avendo perso al Tar di Pescara, sulla carte dovrebbe provvedere alla rimozione completa di tutti i rifiuti”. De Sanctis, tra l’altro, ha evidenziato che “attualmente l’acqua potabile dell’intera Valpescara viene captata a 800 metri a monte dell’area industriale. Qualsiasi iniziativa, comprese quelle relative alla “reindustrializzazione”, devono tener conto di questo fatto, visto che impianti e discariche possono subire incidenti rilevanti con conseguenze anche a distanza. Per queste ragioni e le stesse previsioni di legge abbiamo ricordato agli enti la necessita’ di assoggettare il paventato Accordo di programma, che sta andando avanti senza alcuna forma di trasparenza, alla Valutazione Ambientale Strategica. La Vas assicura la partecipazione dei cittadini alle decisioni che riguardano il futuro della Valpescara”.
Intanto, il Forum, il Comitato No Carbone di Brindisi e il comitato cittadino pianodortese hanno organizzato, per oggi pomeriggio, un incontro sui siti inquinati a Piano D’Orta