Lo rendono noto, in un comunicato stampa, Orazio Colantuono, Giampaolo Guerriei, Vincenzo Colangelo, Roberto Metrangolo, Antonio Ronzone, Giovanni Catitti, Rossano Tomei e Simonetta Pacchione, in rappresentanza di Siulp, Sap, Siap, Silp Cgil, Ugl Polizia, Coisp, Consap e Uil Polizia. Lo stato di agitazione e’ “la risposta ad un’Amministrazione e a un Governo che dimostrano di non voler riconoscere concretamente gli impegni assunti piu’ volte dal Ministro dell’Interno e dallo stesso Capo della Polizia, tuttora non ancora concretizzati”, dicono i rappresentanti sindacali.
Il riferimento e’ “al superamento del tetto salariale, al riordino delle carriere, al blocco del paventato riordino dei presidi che prevede la chiusura di oltre 263 uffici e circa 80 questure. Tra questi l’Ufficio di Polizia di Frontiera a Pescara, il Distaccamento di Polizia Stradale di Penne e la Squadra Nautica in seno alla squadra volante” del capoluogo adriatico. La goccia che ha fatto traboccare il vaso e’ rappresentata dal decreto legge sulla Pubblica Amministrazione e dal disegno di legge denominato “Repubblica Semplice” che “tendono ad omologare il poliziotto al pubblico impiegato, per la parte relativa ai doveri ma non per i diritti”. Di qui la scelta di non sottoscrivere l’accordo sindacale proposto per la visita del Sommo Pontefice a Campobasso il 4 e 5 luglio, che dovrebbe vedere impegnato il Reparto prevenzione crimine di Pescara. Stessa cosa sara’ fatta, con medesima determinazione, dicono i sindacalisti, in tutte le occasioni che interesseranno gli uffici di polizia della provincia.