Pescara. Aeroporto a rischio declassamento. Ultimatum al 30 maggio. Sclocco (Pd): “Dove sono i milioni Fas?”. Di Biase: “Perdiamo Ryanair”.
Chiusi già i voli commerciali, sparito lo scalo postale, ora l’aeroporto d’Abruzzo potrebbe perdere anche gran parte dei voli turistici, in primis quelli della compagnia low-cost Ryanair. Tutto a causa della riduzione da 24 a 16 ore giornaliere dell’attività dell’Enav, cioè della gestione della torre di controllo. Facile intuire le ripercussioni sul traffico da e per la pista pescarese che, oltre agli airbus, gestisce anche i mezzi di guardia costiere, polizia, finanza e vigili del fuoco.
A spiegarle nel dettaglio è Licio Di Biase, in veste di presidente del movimento civico Difendere Pescara: “Con questa riduzion di orario”, illustra, “si passa da un servizio di controllo aereo (torre) ad un servizio di Afis, cioè di informazioni volo”. Vale a dire che le compagnie aeree anziché poter contare direttamente sulla torre di controllo in loco, da Pescara riceverà solo “informazioni su situazione meteo e traffico in atto e sarà a discrezione della compagnia”, sostiene Di Biase, “come e quando e quali procedure seguire per effettuare un semplice atterraggio su Pescara. La conseguenza di questo passaggio”, prosegue, “porterebbe indurre la Ryanair, principale compagnia operante all’aeroporto d’Abruzzo ad abbandonare Pescara in quanto tale compagnia predilige solo in controllo del traffico aereo e non di Afis”.
In gioco i posti di lavoro delle decine di operatori impiegati nello scalo, oltre che le potenzialità turistiche della città e dell’intera regione. “Sconvolge”, conclude Licio Di Biase, “che il rischio che la Ryanair abbandoni Pescara si manifesta in un periodo in cui c’è un grande flusso di stranieri che stanno acquistando abitazioni nei nostri borghi, nei tanti centri storici della Provincia di Pescara e della fascia costiera grazie proprio a questi voli”. Un declino paradossale, soprattutto se si pensa che negli ultimi anni si stava lavorando per il potenziamento della pista. La consigliera regionale Pd Marinella Sclocco, a riguardo, torna ad interrogare il governatore Chiodi: “Ci sono 22 milioni di fondi Fas e Cipe per acquistare i terreni, allungare la pista di 230 metri e adeguare la struttura per fruibilità e sicurezza: perché non sono stati ancora usati?”. “Il 30 maggio 2014 è vicino”, ricorda la consigliera, “ l’Enac per quella data dovrà certificare la resa dello scalo abruzzese pena il rischio di chiusura”.