L’ultimo saluto a Maurizio Berardinucci, il vigile-eroe morto nell’esplosione di Città Sant’Angelo

15Pescara. “Maurizio è vissuto per donarsi a quanti invocano aiuto anche in condizioni estremamente difficili”.

Si sono tenuti questa mattina nella cattedrale di San Cetteo a Pescara i funerali di Maurizio Berardinucci, il vigile del fuoco di 47 anni di Montesilvano morto lo scorso sabato al Gemelli di Roma dopo essere rimasto ferito, lo scorso luglio, nell’esplosione della fabbrica di fuochi d’artificio “Fratelli Di Giacomo” di Città Sant’Angelo.

A salutarlo per l’ultima volta tantissimi colleghi, ma anche persone normali, rappresentanti delle istituzioni, delle forze dell’ordine e di molte associazioni, con gonfaloni e corone, tutti stretti attorno alla famiglia del vigile-eroe che ha trascorso gli ultimi mesi di vita in ospedale. Tra i tanti, anche alcuni componenti della famiglia Di Giacomo, la proprietaria della ditta di fuochi pirotecnici andata distrutta insieme a un’intera collina e durante la quale morirono quattro persone della famiglia.

Dopo aver lasciato, accompagnato dal suono delle sirene e da un applauso, la caserma di viale Pindaro, il feretro è stato portato da un solenne e silenzioso corteo fino alla cattedrale di San Cetteo a Pescara, dove il rito funebre è stato celebrato dall’arcivescovo Tommaso Valentinetti.

Alla cerimonia ha assistito anche il tenore di Montesilvano Piero Mazzocchetti, che ha intonato, tra l’altro, l’Ave Maria, mentre un messaggio di cordoglio è stato inviato dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, che si è rivolto alla famiglia del vigile del fuoco esprimendo “sentimenti di profondo cordoglio e di affettuosa vicinanza”.

“Maurizio era gioviale e altruista – è stato il ricordo del comandate provinciale di Pescara Pietro Di Risio -, sempre pronto all’azione e per questo si è distinto in numerosi interventi di soccorso in cui ha dato prova di essere animato dai più grandi e veri ideali che ispirano un lavoro così particolare. Il compito di rappresentare il vuoto lasciato da Maurizio – ha proseguito Di Risio – nella famiglia dei vigili del fuoco di Pescara è sicuramente più grande di me, tuttavia come comandante non posso sottrarmi al dovere di testimoniare a nome di tutti i colleghi l’eredità che abbiamo ricevuto da Maurizio affinchè ci aiuti a crescere come uomini e come soccorritori. Quel giorno del 25 luglio scorso, è partito insieme ai suoi colleghi nel tentativo disperato di salvare vite umane ben sapendo il pericolo che quella situazione infernale poteva rappresentare. In questi mesi di degenza si è fatto ben volere da tutti, è diventato un vigile del fuoco simbolo di altruismo e sacrificio. Maurizio è vissuto per donarsi a quanti invocano aiuto anche in condizioni estremamente difficili”. Di Risio ha inoltre ribadito il coraggio, l’impegno di Maurizio e “il suo cuore pieno di amore per gli altri. Maurizio – ha concluso – rappresenterà per noi i valori ispiratori del nostro lavoro di vigili del fuoco, il senso di sacrifico e l’amore per tutti i nostri concittadini bisognosi di aiuto. Ciao Maurizio”. 
Uno dei momenti più toccanti della cerimonia funebre è stato però il pensiero di una delle figlie del vigile eroe che tra le lacrime e la commozione dei presenti ha ricordato il padre.”Te ne sei andato troppo presto per fare ciò che amavi: prestare soccorso anche a costo della tua stessa vita come hai dimostrato la mattina del 25 luglio. Non hai esitato neanche un attimo, purtroppo, dopo tre mesi da quella mattina ci hai lasciato. Tutti ti definiscono eroe, parlano di te come una persona speciale, per noi lo sei sempre stato papà. Non abbiamo avuto abbastanza tempo per dimostrarti il bene che ti volevamo, ma anche con le piccole incomprensioni abbiamo cercato sempre di darti tutto il nostro amore. Ora che ci stai guardando da lassù, ora che sentiamo veramente la tua mancanza capiamo quando tu fossi estremamente importante: l’uomo più importante della nostra vita. Ti vogliamo bene papà”.

 

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