Pescara. Ezio Di Cristoforo revocato: l’assemblea dei sindaci per l’Aca ha approvato all’unanimità, oggi pomeriggio, la delibera di revoca del presidente del Consiglio d’amministrazione Ezio Di Cristoforo, dopo le vicende giudiziarie che lo hanno portato alla reclusione.
Una delibera proposta da alcuni sindaci, tra cui i primi cittadini di Chieti e Pescara. Ora l’Azienda comprensoriale acquedottistica dovrà pubblicare un nuovo bando per accogliere altri curricula per ricoprire la carica vacante: entro il 10 novembre la presentazione delle candidature, tra il 22 ed il 25 la nomina del nuovo presidente del Cd’A.
LA PROTESTA DEL FORUM DELL’ACQUA
Più di una le precedenti assemblee andate a vuoto. Anche per questo, per vigilare sull’andamento proficuo della seduta odierna si è radunato un presidio del Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua. L’assemblea si è tenuta presso la sede pescarese di Confindustria e ha visto la partecipazione della quasi totalità dei soci dell’Aca, i sindaci (o i loro delegati) di molti Comuni del territorio pescarese e teatino, fra cui il primo cittadino di Pescara Albore Mascia, quello di Chieti Umberto Di Primio, alle prese, proprio in questi giorni, con la votazione della delibera relativa alla gestione della rete idrica teatina. A circondare il tavolo istituzionale di via Raiale, gli striscioni, le bandiere e i cartelloni dei manifestanti.
In una sede definita “tutt’altro che istituzionale” dai cittadini dei Movimenti per l’acqua, l’assemblea dei soci, nella sua prima parte, ha focalizzato il suo dibattito sulla formazione dell’ufficio di presidenza dell’assemblea, motivo di scontro tra il vice presidente dell’azienda comprensoriale Giuseppe Di Michele e il Sindaco di Francavilla Antonio Luciani. Dopo la decisione, risultata poco chiara ai presenti, di mantenere Di Michele presidente dell’Assemblea, è stata presentata una mozione da Di Primio atta a proporre la risoluzione dell’attuale Consiglio d’amministrazione, la nomina di un amministratore unico e la convocazione di una nuova assemblea. Nel frattempo, in fondo alla sala, i cittadini del Forum dei movimenti per l’acqua, decisi a manifestare civilmente il proprio dissenso all’interno dell’aula assembleare, seguivano attenti i lavori, dissentendo e indignandosi per il “tragicomico dibattito” come lo definisce la loro nota stampa “incentrato sull’assegnazione delle poltrone del Consiglio di amministrazione, e incapace di rispondere alle domande su chi, come e con che soldi si gestirà la rete idrica”, domande a cui il forum ha avanzato delle risposte, mettendole nero su bianco in un progetto di legge. “L’unica proposta di legge esistente di riordino del servizio idrico” dichiara Renato Di Nicola, portavoce del Forum, “l’abbiamo presentata noi e nessun consigliere regionale, provinciale o comunale si è espresso positivamente o negativamente in merito”.
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“L’Aca è una produttrice di debito”, continua Di Nicola, “affidata alle congreghe partitiche che con delle riunioni di corridoio vogliono decidere della sorte del servizio idrico, senza tenere conto che questa scelta avrà forti ripercussioni sulla quotidianità di tutti i cittadini, estromessi dalla decisioni ma non dagli aumenti dei costi in bolletta”.
Le proposte di riforma della gestione del servizio idrico del Forum dei Movimenti per l’acqua prendono spunto dalle realtà comunali come Napoli, Palermo, Reggio Emilia e Forlì, che hanno già attuato il passaggio delle loro aziende idriche da istituti di diritto privato ad enti di diritto pubblico. In Abruzzo, però, la tendenza potrebbe essere inversa: “Portando volontariamente allo sfascio l’Aca”, polemizza in conclusione Di Nicola, “si potrà affermare di aver bisogno dei privati per gestire il servizio idrico, visto che il pubblico si è rivelato incapace”.
Andrea Di Nisio