‘Nuovi scavi o niente navi’: ancora un allarme dal porto di Pescara

porto_bacinoevoluzionepiccoloPescara. Ennesimo grido esasperato degli operatori commerciali del porto: il dragaggio è in ultimazione ma, secondo chi attende cargo e traghetti, le grosse navi non riusciranno ad entrare. Dalla banchina sud arriva la richiesta per nuovi scavi.

La marineria, dopo mesi travagliati, è tornata in mare e ha ripreso a lavorare ancora prima che il dragaggio fosse ultimato. Chi è rimasto ancora al palo, invece, sono gli operatori commerciali del porto. Mentre assistono a quelli che si preannunciano come gli ultimi giorni di lavoro per le draghe della Sidra, spedizionieri e agenti turistici guardano le carte dei progetti stilate dal ministero delle Infrastrutture e capiscono che quanto fatto non basterà a far tornare nella darsena commerciale né i grossi cargo né tantomeno il traghetto della Snav che effettuava fino al 2010 il collegamento turistico con la Croazia.

Una cartografia acquisita recentemente (in foto) dal pilota del porto Leonardo Costagliola e da Gianni Leardi, rappresentanti dell’intera categoria, mostra come il fondale dell’area destinata all’attracco dei mercantili e dell’aliscafo Pescara Jet tornerebbe a 6 metri di profondità. Tanto basterebbe anche a supportare la missione intrapresa in questi giorni dal sindaco Albore Mascia per riannodare i rapporti persi con la Snav per ripristinare, già dalla primavera prossima, le partenze e gli arrivi della nave turistica. E invece no! Nel corso di una conferenza stampa tenuta oggi nella semi-abbandonata stazione marittima, Costagliola, Leardi, Marco Santori e Sabatino Di Properzio hanno contestato proprio quanto eseguito dal ministero, poiché per far arrivare gli scafi alla banchina c’è bisogno di un bacino d’evoluzione: uno spazio dove le navi compiono le manovre prima di ormeggiare.

“Il porto pescarese è omologato per una nave da 140 metri”, spiega Leonardo Costagliola, “che avrebbe bisogno di un bacino di 200 metri e ben più profondo di quello previsto dal dragaggio attuale”. La cartografia, infatti, mostra che tale area è stata individuata al centro dell’avamporto, dove la profondità raggiunge solo i 3,5 metri e un raggio ben al di sotto dei calcoli fatti dal pilota. Per questo gli operatori chiedono un supplemento degli scavi e di spostare il bacino di evoluzione un centinaio di metri più a nord. “Quelli scavati finora sono fondali buoni per i pescatori”, aggiunge Gianni Leardi, “ma se rimangono così le navi per noi non ci entrano, quindi si rischia di aver buttato milioni di euro pubblici per un dragaggio che non farà ripartire il comparto turistico e commerciale paralizzato da 3 anni”.

Oltre all’allarme, è stata lanciata la richiesta per un incontro con il provveditorato alle Opere pubbliche, al fine di illustrare tutte le criticità sollevate. Problemi di cui, a quanto pare, neanche la Capitaneria di Porto era a conoscenza, ma dalla direzione marittima sarebbe già partito l’intervento per approfondire il caso.

POZZOLANO: CARTOGRAFIA NON UFFICIALE

Il comandante della Capitaneria di Porto, Luciano Pozzolano, ha convocato per lunedi’ mattina un incontro con il Provveditorato interregionale alle opere pubbliche, stazione appaltante del dragaggio del porto di Pescara, la ditta che sta eseguendo i lavori e l’Arta. Lo ha fatto a seguito delle polemiche sollevate questa mattina dagli operatori commerciali in merito all’intervento che sarebbe stato promosso dal Provveditorato nella darsena. Gli operatori hanno anche mostrato alla stampa un progetto, che contestano perche’ non garantirebbe il ritorno delle navi al porto, e nei giorni scorsi lo hanno consegnato a Pozzolano. “Non conoscevo questa planimetria – commenta Pozzolano dicendosi amareggiato per l’accaduto – e ritengo che sia stato improvvido metterlo in giro e consegnarlo a chi non aveva la titolarita’. Noi, come Capitaneria, non abbiamo mai ricevuto questa planimetria, e non possiamo discutere di qualcosa che non e’ ufficiale. Per questo ho convocato un incontro, finalizzato a fare chiarezza e a sgomberare il campo da qualsiasi dubbio. Mi chiedo se sia davvero un progetto o una boutade e ci tengo a precisare che il mio obiettivo e’ far riaprire la darsena e far decollare l’economia commerciale, con la ripresa del traffico passeggeri”. Nei giorni scorsi, prima che venisse fuori la planimetria mostrata oggi, Pozzolano ha annunciato che con il dragaggio in corso si stanno creando le premesse per far tornare le navi al porto di Pescara. Dopo le odierne rimostranze, però, fare chiarezza è d’obbligo.

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