Dopo la rissa sfiorata, la protesta sotto il palazzo della Regione e la minaccia di bloccare l’Asse Attrezzato, i tassisti pescaresi continuano a battagliare per tenere fuori dall’Aeroporto i concorrenti teatini. Al centro della diatriba è la possibilità per i secondi, poco chiarita dal decreto della Regione, di accedere o meno allo scalo per prelevare i clienti appena atterrati. Legge nazionale vuole che solo gli operatori con licenza rialsciata dai Comuni che comprendono l’aeroporto, Pescara e San Giovanni Teatino, possano accedervi. Ciò che, invece, ha non-legiferato il governatore Chiodi è ancora da capire. Ovvero: ai chietini sarebbe garantito l’accesso se contattati direttamente da un cliente, ma non permesso di posteggiare per attendere quelli in transito. Seppur, data anche la scarsità della clientela, Pescara accusa Chieti di voler mirare più alla postazione telefonica di Radio Taxi presente in aeroporto, di modo da poter agguantare quei pochi che telefonano da tutta la città per prenotare una corsa.
Così la tensione non cala, e i passeggeri che questa mattina sono atterrati da Londra hanno assistito all’ennesima manifestazione di protesta degli autisti adriatici: una bella cartolina incorniciata dalla polizia di frontiera, dal personale della questura, dai carabinieri e dalla polizia municipale. Nessuna conseguenza ma una pessima pubblicità turistica per un aeroporto già in forte crisi. E le minacce di repliche più eclatanti si fanno sempre più pesanti: colpa dell’esasperazione.
“Il decreto della Regione Abruzzo sulle attività di taxi è stato piu’ volte sollecitato dall’Enac affinchè si aprisse l’area aeroportuale ai tassisti dei capoluoghi di provincia”. A riferirlo è l’assessore regionale agli Enti locali Carlo Masci, che scaricando il barile sull’Ente nazionale aviazione civile interroga ulteriormente: “C’è da chiedersi perche’ l’Enac non imponga queste aperture a tutti gli aeroporti d’Italia ma soltanto ad alcuni di essi, tra cui l’Abruzzo”. Masci punta la lente d’ingrandimento anche sulla considerazione avanzata dai taxisti di Pescara, “che lamentano”, ribadisce l’assessore, “che ci sia chi oggi utilizza l’aeroporto come il cavallo di Troia per svolgere l’attività nel comune di Pescara, esorbitando dai propri confini comunali, palesemente violando la legge”. “Invita, quindi, tutti i Comuni coinvolti dal decreto regionale”, conclude Masci, “a svolgere controlli serrati sul rispetto delle regole, come già sta facendo il Comune di Pescara”.