Città Sant’Angelo. Un lungo applauso, per accogliere i feretri delle vittime e la squadra dei vigili del fuoco intervenuta a Villa Cipressi. Migliaia gli angolani che hanno affollato la piazza della chiesa di Sant’Agostino per i funerali della famiglia Di Giacomo. Il vescovo: “E’ un arrivederci”.
Un lungo applauso ha accolto oggi pomeriggio i feretri delle vittime dell’esplosione di Villa Cipressi, che lunedì scorso ha raso al suolo la collina dov’era sita la fabbrica di fuochi d’artificio della famiglia di Giacomo. Circa 3mila persone, grazie anche al lutto cittadino proclamato dal sindaco Florindi, hanno affollato il piazzale della chiesa di Sant’Agostino, a Marina di Città Sant’Angelo, costringendo la polizia municipale anche a chiudere le strade circostanti, per dare l’ultimo saluto al giovane Alessio, meno di 22 anni, e ai maestri pirotecnici Mauro, 45 anni, Federico, 50 anni, e Roberto Di Giacomo, 39 anni.
All’arrivo delle bare nei pressi della chiesa, un lungo scrosciare di mani ha spezzato il silenzio della folla: “Quello di oggi è un arrivederci”, ha detto l’arcivescovo Tommaso Valentinetti aprendo la cerimonia, per poi aggiungere che, “le nostre preghiere saranno per chiedere che questa prova possa essere più sopportabile, e se ci lascia feriti non ci lascia morenti”. Un doveroso applauso è stato tributato anche alla squadra dei vigli del fuoco, al suo arrivo sulla piazza, dopo che l’intervento sul luogo dell’esplosione ha lasciato feriti anche alcuni di loro.
Una commemorazione tenuta all’aperto, prevedendo la partecipazione massiccia di autorità cittadine e provenienti da tutti i Comuni vicini. Ma soprattutto quella della tantissima gente comune che ha voluto rendere omaggio alle vittime della tragedia che ha scosso l’intera comunità angolana. Corposo anche lo spiegamento di forze per la protezione civile, con volontari e ambulanze impegnati a contenere la folla e pronte ad intervenire in caso di malori dovuti al caldo e all’emozione.
Nella sua omelia, l’arcivescovo di Pescara-Penne ha sottolineato che “la comunita’ diocesana, quella cittadina e quella di Villa cipressi sono mortalmente ferite da un grande dolore ma”, ha aggiunto, “noi vogliamo fissare il nostro sguardo nella logica divina, non terrestre” e ha osservato che “se Dio ha dato la sua vita per noi anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i nostri fratelli”. Valentinetti ha citato “l’esempio fulgido di Alessio”, che ha portato i soccorritori ad individuare il posto dove erano gli altri familiari “, dopo la prima esplosione, “ma li e’ accaduta l’ ultima tragedia” che lo ha ucciso. “La fede”, ha detto ancora l’ecclesiastico, “deve sostenere coloro che stanno vivendo in ospedale le tragiche conseguenze di una sciagura cosi’ grande”. Al termine della cerimonia hanno preso la parola Giordano, uno dei giovani componenti della famiglia, rimasto ferito giovedi’, che ha ricordato i suoi cari e ha invitato i parenti a “trovare la forza e il coraggio di andare avanti”, mentre il sindaco Gabriele Florindi ha ricordato i Di Giacomo come persone “umilissime, grandi lavoratori, molto, precisi”. A chi rimane dopo la tragedia il sindaco ha chiesto di “essere piu’ forte di prima” e si e’ augurato che “quando si spegneranno i riflettori non rimarremo soli”. Da parte sua un ringraziamento, tra l’altro, ai vigili del fuoco e agli artificieri che stanno ancora lavorando per la bonifica dell’area. Prima che i feretri lasciassero via Salara, stretti tra la folla, sono stati liberati in cielo dei palloncini bianchi e uno a forma di cuore rosso. Tra le corone di fiori c’era anche quella del presidente della Repubblica. Tanti i gonfaloni delle amministrazioni, compreso quello della Regione Abruzzo.