La procura di Campobasso ha chiesto l’archiviazione del procedimento a carico del gip di Pescara Gianluca Sarandrea ed altri, riguardante la morte di Valentino Di Nunzio, il giovane di Manoppello che il 25 settembre 2011 uccise a coltellate sua madre.
Il ragazzo, nonostante i disturbi psichici di cui soffriva, fu rinchiuso nel penitenziario di Teramo dove il 14 febbraio 2012 tentò il suicidio. La morte, conseguenza dei traumi subito per l’insano gesto, sopraggiunse il 5 agosto 2012. Un indagine, affidata alla magistratura molisana, fu aperta per accertare eventuali responsabilità. Oggi, il pm di Campobasso Nicola D’Angelo ha richiesto l’archiviazione ritienendo che è da “escludersi la ricorrenza nella vicenda, di condotte di interesse penale. Tutti i soggetti coinvolti”, si legge nella testo della richiesta, “si sono doverosamente attivati per individuare le soluzioni più idonee al trattamento penitenziario di un soggetto che aveva dimostrato un’estrema pericolosità estrinsecantesi nella barbara uccisione della madre”. Per l’avvocato Isidoro Malandra, rappresentante della famiglia Di Nunzio, che si è opposta all’archiviazione, “cià che emerge dagli atti è una realtà completamente diversa da quella descritta dal pm: non solo”, commenta il legale, “ci sono stati gravi errori ed omissioni da parte di chi, magistratura e Dipartimento amministrazione penitenziaria, ha disposto in merito al trattamento penitenziario cui il Di Nunzio è stato sottoposto, ma si evidenziano precise responsabilità da parte di organi di direzione, personale sanitario ed agenti di custodia del carcere di Teramo”.
Il ragazzo, con la passione per la recitazione, un anno prima dell’assassino della madre aveva girato e pubblicato su Youtube (foto) un cortometraggio in cui, da proganista, perpetrava vari omicidi.